Scuole aperte d’estate? «Basta che non si dica che con la dad non si è fatto niente in classe»
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Gli alunni delle classi seconda D e terza F del liceo Copernico di Pavia hanno provato a ragionare sulla proposta formulata dal Governo
Scuole aperte in estate, sono già arrivate al ministero dell'istruzione 5.800 domande dagli istituti di tutta Italia. A riferirlo è il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Ma cosa ne pensano gli studenti? Ecco alcune delle idee raccolte al Copernico, in seconda D e terza F.
Marti Morisetti: «Nella mia scuola si è lavorato anche durante la dad e forse più duramente di quando si era in presenza; non credo ci sia del lavoro arretrato da recuperare. Bisognerebbe riconoscere il lavoro svolto da molte scuole, senza però trascurare quelle in cui, per mancanza di materiale informatico, servirebbe invece un recupero delle ore di lezione. Inoltre, la maggior parte delle scuole non è provvista di un impianto di condizionamento sufficiente a favorire il lavoro, installarlo porterebbe a spese troppo elevate mentre l’uso durante tutto il mese non sarebbe una scelta ecosostenibile. Oltretutto gli alunni e gli insegnanti, esausti per il duro lavoro svolto, non darebbero il massimo. Un motivo per cui potrei, invece, essere favorevole è che andando a scuola si riprende il rapporto coi compagni. Credo sia importante soprattutto per i bambini, che però in questi mesi sono quasi sempre andati a scuola».
Leo Pescali: «Una proposta del genere, dopo le difficoltà dal punto di vista sociale che tutti abbiamo riscontrato e l’impegno che, almeno la maggior parte di noi, ci ha messo, è assurda. Sarebbe invece giusto concedere ad alunni e professori, che stanno vivendo una situazione stressante, le meritate vacanze. Più che ore di scuola, di fatto, abbiamo perso tante, troppe attività ed esperienze che è giusto che ragazzi della nostra età possano vivere liberamente e che ovviamente in questa situazione non è stato possibile fare. Sarebbe quindi sensato proporre attività extrascolastiche come gite, progetti e corsi. Per non parlare dei problemi che si creeranno nelle aule con il caldo estivo e la mascherina da indossare».
Ines del Bo: «Dire che i mesi in cui si è svolta la Dad sono stati inutili e soprattutto non fruttuosi credo sia sbagliato: ci ha stressato molto, ma nonostante questo si è continuato a svolgere il programma. Allo stesso tempo ci sono zone del nostro Paese, che per motivi legati alla mancanza di connessione internet e mezzi teconologici, non hanno potuto svolgere le lezioni a distanza. È quindi giusto dare a questi studenti la possibilità di recuperare il tempo perso.Un problema è che poche scuole hanno impianti di climatizzazione, e luoghi freschi dove poter stare. Inoltre quest’anno molte persone hanno perso il lavoro onon hanno potuto svolgere le proprie attività. Pensare di togliere un altro mese di lavoro alle regioni che basano il loro ricavo economico dal turismo credo sia sbagliato».
Giacomo d’Armini: «Inizialmente, appena ho sentito alla televisione questa notizia, come credo la maggior parte di noi ragazzi, ero contro a questa iniziativa perché in Dad dail mio punto di vista abbiamo lavorato di più, non di meno. Con le settimane a passare ho riflettuto molto e dopo averne anche parlato con persone più grandi e ho pensato al fatto che mantenere le scuole aperte per il mese di giugno sia un’ottima idea. Credo che un debito quest’anno non sia giusto dal momento che su nove mesi di scuola, abbiamo passato solo tre mesi in presenza: passare il mese di giugno a scuola per consolidare la materia dove si ha più bisogno sia un’idea iniziativa che possa anche migliorare il rapporto tra professori e studenti». —