Uova marce contro la casa. Ancora un gesto omofobo a Mornico
Mornico Losana. Uova marce contro le finestre e le pareti della casa. Poi, pallini d’acciaio sparati probabilmente da una pistola a gas. L’ennesimo atto di sfregio, di vandalismo, di omofobia. Sì, perché ancora una volta le vittime sono una coppia omosessuale. Fermo Lardini, che a Mornico Losana ci è nato, 69 anni fa, faceva, prima di andare in pensione, il collaboratore scolastico Vive insieme Luca Ceppi, il suo compagno 59enne, originario di Milano, anche lui oggi in pensione.
«Erano le undici e venticinque – raccontano – quando abbiamo sentito delle botte sul muro della casa. Siamo usciti a vedere, abbiamo fatto in tempo a notare un’auto che, rapidamente, faceva inversione e si allontanava». Sul muro trovano uova, marce, che imbrattano pareti e finestre, un paio di ante sono anche danneggiate da pallini di acciaio che si sono conficcati nel legno.
Paura e amarezza
«Un po’ di paura ma, è brutto dirlo, ci siamo abituati. Questo paese non ci vuole, non ci ha mai accettati – si sfogano –. Ridono alle nostre spalle, ci insultano». Racconta Luca: «Alcuni giorni fa sono andato a Torricella, mi sono fermato in un bar per prendere un caffè. Dentro c’era al tavolo uno di Mornico. Mi ha visto e ha commentato: “Anche qui devi trovare i froci”. Questa è la situazione, una situazione che non vogliamo più sopportare. E poi, gli anni passano, non stiamo neppure troppo bene di salute. Ed è un peccato, perché Mornico è un paese bellissimo. E pensiamo che non tutti siano omofobi. Però, è difficile vivere, difficilissimo».
Non c’è quasi più rabbia, resta l’amarezza, la tristezza, la voglia di fuggire. Ieri mattina, comunque, la coppia si è presentata dai carabinieri a fare denuncia. C’è la speranza che le telecamere di sorveglianza del Comune abbiano inquadrato quell’auto, così da identificare gli autori del gesto omofobo.
«Non nè un paese omofobo»
«Sono davvero spiaciuto per quello che è successo. E’ un episodio sgradevole, brutto, che va condannato senza se e senza ma – dice il sindaco Paolo Porcellana. Però conosco questo paese, siamo rimasti in seicento, siamo quasi un’unica famiglia. E non è una famiglia omofoba. Non credo che sia stato qualcuno del paese a fare quel gesto, o almeno lo speso. Oggi pomeriggio andrò a trovarli e a portare la mia solidarietà. Credo che episodi del genere non dovrebbero mai accadere, anche se magari, dobbiamo dirlo, qualche reazione eccessiva da parte di Luca in passato c’è stata e può aver creato delle tensioni. Non giustifico, ovviamente, il gesto».
L’intervento di Arcigay
«Situazione molto complicata. Abbiamo offerto a Luca e Fermo il nostro appoggio». Subito dopo aver ricevuto la segnalazione, Davide Podavini, presidente di Arcigay-Coming Aut Pavia, li ha contattati: «Li ho trovati molto agitati – commenta -. È una situazione difficile, con un clima molto ostile fatto di insulti e aggressioni che durano da tempo, tanto che ora vogliono trasferirsi. Ovviamente ho espresso loro la solidarietà della comunità Lgbt e gli ho chiesto di prendere un appuntamento con il nostro sportello legale per vedere come possiamo aiutarli. Intanto segnalerò il caso allo Sportello comunale antidiscriminazioni». —