Vino, la sferzata del sottosegretario: «Fate più squadra, come in Lomellina»
Casteggio, Gianmarco Centinaio ha chiamato al confronto i sindaci. Tanta resa, poca promozione: «Certi prezzi non vanno»
CASTEGGIO. «L’Oltrepo Pavese prenda esempio dalla capacità della Lomellina di promuoversi all’esterno». È questa la sferzata che il sottosegretario alle Politiche agricole, Gianmarco Centinaio, ha dato ai sindaci oltrepadani riuniti lunedì pomeriggio alla Certosa Cantù di Casteggio per continuare il confronto sul mondo del vino avviato due settimane fa con politici ed associazioni. Il discorso con gli amministratori locali è stato incentrato in particolare su enoturismo e comunicazione per rilanciare l’immagine del territorio dopo le inchieste giudiziarie che negli ultimi anni hanno colpito il settore vitivinicolo: Centinaio ha invitato i sindaci a guardare all’esperienza portata avanti dai sindaci lomellini.
«Con l’Ecomuseo la Lomellina è riuscita a fare una grande campagna di promozione a Milano – ha ricordato -. Perché anche in Oltrepo non può nascere un ente o un’associazione, magari con capofila la Provincia, in modo da iniziare a promuoversi vicino a casa? Dobbiamo lavorare sulla reputazione del territorio e coinvolgere anche il mondo della comunicazione, che deve iniziare a parlare la nostra lingua».
Unità del territorio, promozione dei vini locali nei bar di Pavia, creazione di itinerari turistici sull’esempio del percorso del Giro d’Italia, difesa dei produttori e della denominazione: sono questi i punti da sviluppare. «Pensiamo ad una serie di cartelli sull’Oltrepo da mettere lungo le autostrade – ha aggiunto Centinaio, riprendendo una proposta del consigliere regionale Simone Verni – e ad un cartellone di eventi condiviso già per l’autunno perché non è bello che lo stesso giorno ci siano manifestazioni in Comuni vicini. Con il Covid, l’Oltrepo è diventato una valida alternativa per il turismo di prossimità».
Ma non c’è promozione e comunicazione senza la modifica delle regole, i disciplinari e le rese per ettaro. «A Conegliano un vigneto costa 600.000 euro all’ettaro, da noi se va bene tocchiamo i 40.000 euro – è il ragionamento di Centinaio -. Basta considerare l’Oltrepo una terra di conquista. Mettiamo a regime rese e disciplinari, altrimenti, con questi prezzi delle uve imbarazzanti, le aziende non riusciranno nemmeno più a mantenere la famiglia, altro che a fare promozione».
Una visione condivisa da alcuni sindaci-produttori presenti in sala: «Bisogna fissare un prezzo minimo per uve e vini – ha detto il vicesindaco di Montescano, Davide Sclavi -. Non possono avere allo stesso prezzo la Bonarda prodotta in pianura e quella prodotta nella zona vocata. Altrimenti si incentiva le aziende a produrre di più, innescando una spirale di bassa qualità».
Per il sindaco di Montù Beccaria, Amedeo Quaroni, «bisogna creare una commissione all’interno della Camera di commercio per la valutazione del prezzo di cartello»: «Il Pinot nero veniva pagato meglio anche quando era venduto a produttori fuori dall’Oltrepo– ha sottolineato Quaroni -. Ho consigliato ai miei figli di non innamorarsi della terra per non subire le stesse umiliazioni che abbiamo subito noi negli ultimi anni».
Secondo il sindaco di Casteggio, Lorenzo Vigo, infine, bisogna ripartire dalle esperienze positive , come la piattaforma “Visit Oltrepo”: «Non c’è mai stata una sintonia così forte sul territorio, come adesso con Broni, Stradella e gli altri Comuni più piccoli» ha detto Vigo. —
Oliviero Maggi