Variante Delta, scoperti a Pavia 11 casi legati ai focolai lombardi
![Variante Delta, scoperti a Pavia 11 casi legati ai focolai lombardi](https://laprovinciapavese.gelocal.it/image/contentid/policy:1.40396267:1623837309/LAB.jpg)
Gli ultimi portati alla luce il 5 giugno dal laboratorio del S. Matteo. Analizzati 3mila tamponi
PAVIA. Undici casi di variante Covid-19 Delta (ex indiana) scoperti dal laboratorio di Virologia molecolare del San Matteo di Pavia, diretto dal professor Fausto Baldanti. Undici casi che affondano le radici nelle aree Milanese e Mantovana, soprattutto all’interno del contesto familiare. Prende le mosse da Pavia una parte del lavoro che ha portato alla scoperta dei nuovi focolai lombardi.
A giugno l’ultima scoperta
«Si tratta di casi venuti alla luce negli ultimi tre mesi, i più recenti il 5 giugno scorso – spiega la dottoressa Francesca Rovida, dell’équipe di Baldanti –. Il nostro laboratorio ha iniziato le analisi di sequenza il 24 dicembre dello scorso anno e, ad oggi, ha analizzato circa 3mila tamponi nasali. E fino ad ora di varianti indiane ne abbiamo trovate 12, delle quali 11 appartengono al lineaggio B.1.617.2, ossia alla mutazione Delta, che rappresenta lo 0.4% di quelle identificate. Le ultime risalgono al 5 giugno scorso: sono state trovate in provincia di Milano e Mantova». «Stiamo continuando il monitoraggio – conclude Rovida –. La principale variante sul territorio si conferma la Alpha (ex inglese), tra quelle sequenziate attorno all’80%, seguita da qualche caso di brasiliana T1 e Nigeriana».
La Delta, individuata per la prima volta in India, è conosciuta anche come variante VUI-21APR-01 o B.1.617 e presenta una serie di mutazioni tra cui la E484Q, L452R e P681R, la cui presenza contemporanea preoccupa gli esperti.
I casi sequenziati
In Italia è stata sequenziata, oltre che a Milano (81 casi) e in Sardegna, anche in Veneto (su due residenti dell’Alto Vicentino) e su una 91enne in Emilia Romagna. Ma il primo caso era stato segnalato a Firenze a inizio del marzo scorso. Che sia destinata ad avere la meglio sulle altre mutazioni Covid-19 lo ritiene più che probabile il professor Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano. Che spiega: «La variante Delta era un evento atteso, sapevamo che sarebbe arrivata. Com’è successo, del resto, per quella inglese. Ed è destinata a sostituirla perchè l’ha già fatto in India e in Gran Bretagna: è in grado di diffondersi più velocemente. Ma c’è un aspetto positivo: non ci deve far paura perchè non sfugge in modo particolare alla protezione che il vaccino conferisce rispetto alla malattia grave, al ricovero in Rianimazione e alla morte. C’è poi una percentuale che non risponde al vaccino, com’è successo nel caso di Milano, ma è comunque minima».
Lombardia monitorata
Intanto, Regione Lombardia tranquillizza. «Tutti i casi di variante Delta sono attentamente monitorati e seguiti. Mi sembra di poter dire, a oggi, che la situazione sia sotto controllo – garantisce il presidente Attilio Fontana –. Dovremo controllarla costantemente, verificare che non si verifichino nuovi focolai. Comunque, da quello che risulta dalle valutazioni scientifiche, è una variante sensibile al vaccino ma, sembra, abbia una maggiore diffusibilità. Cercheremo di essere particolarmente attenti». «Gli 81 casi di variante Delta in Lombardia si riferiscono dall'inizio dell'anno ad oggi – ha concluso Fontana –. I casi che si sono verificati ad aprile sono 2, a maggio c'è stato un incremento e a giugno una piccola, ma significativa riduzione».