Finto 007 e truffatore seriale milanese arrestato dai carabinieri
![Finto 007 e truffatore seriale milanese arrestato dai carabinieri](https://laprovinciapavese.gelocal.it/image/contentid/policy:1.40397689:1623875951/Prova-a-prendermi-Leonardo-DiCaprio.jpg)
Il castello di frottole e finzioni di Guido Umberto Farinelli è crollato millantando con un militare la sua conoscenza di un tenente colonnello dell’Arma che ha negato di averlo mai sentito nominare
MILANO. Della finzione aveva ormai fatto la sua vita. Al punto da essere considerato da tutti, politici e generali dell’esercito compresi, un ufficiale della Marina Militare in servizio all’Aise, con tanto di passaporto diplomatico e lasciapassare delle Nazioni Unite. La sfilza di accuse con cui lunedì scorso il finto 007 Guido Umberto Farinelli, 46 anni, nato a Milano e residente a Verona, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo, vanno dalla truffa alla corruzione, dal traffico di influenze illecite al possesso e alla fabbricazione di documenti falsi, fino all'accesso abusivo a sistema informatico e alla sostituzione di persona. Tanto da farlo apparire come la versione italiana di Leonardo Di Caprio nel film Prova a prendermi.
Per “costruire” anche pubblicamente la sua falsa esistenza - scrive il gip Sofia Fioretta nell’ordine di cattura - era addirittura arrivato a modificare le pagine web di “enciclopedie multimediali a contenuto libero (quali wikipedia e altre) per attribuirsi la partecipazione a operazioni condotte dalle Agenzie di sicurezza nazionale” e le “informazioni sono state in parte riprese da testate giornalistiche nazionali o pubblicate in libri sulle relative vicende”. Così Farinelli è all’improvviso comparso tra gli agenti dei Servizi che parteciparono al rapimento di Abu Omar, alle indagini sull’assassinio di Fabrizio Quattrocchi, ma anche all’operazione per la liberazione di Giuliana Sgrena che vide la morte del funzionario Nicola Calipari. Con tanto di attestati e medaglia d’oro al valor militare. E mentre davanti ai carabinieri sosteneva di essere in contatto col latitante Amedeo Matacena, ex deputato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, e rifugiato a Dubai (dove aveva anche girato dei video con lui), dicendo di essere in grado di aiutarli ad arrestarlo, Farinelli riusciva a servirsi di tre militari dell’Arma per reperire notizie su imprenditori proprio per conto di Matacena. Col risultato che Matacena e i tre carabinieri si sono ritrovati indagati con lui per accesso abusivo nei sistemi informatici. Le sue enormi bugie e millanterie gli hanno permesso di accreditarsi con un agente della Polaria di Fiumicino (ora sospeso dal servizio e indagato per corruzione) che, in cambio di viaggi e vacanze pagate in hotel cinque stelle, gli faceva il favore di evitare controlli ad alti generali delle Forze Armate. Il 46enne raccontava di conoscere personalmente Matteo Renzi e Matteo Salvini (una delle sue tante frottole) vantando di avere il loro numero di cellulare e, in qualche occasione, veniva falsamente contattato da loro durante gli incontri con le sue vittime. Tra queste addirittura il senatore Roberto Cotti, tanto da riuscire ad ottenere un attestato di collaborazione con il ministero della Difesa e da essere ricevuto con tutti gli onori ad un pranzo ufficiale in un circolo dell’Esercito di Verona.
Un “truffatore seriale” che si spacciava anche per l' “incaricato dal Governo Italiano di effettuare acquisti di partite di oro e metalli preziosi all'estero”. Acquisti che “venivano sdoganati dalla Repubblica del Congo e trasportati a Dubai, a un prezzo sensibilmente inferiore rispetto alla quotazione di mercato”. E, millantando questa sua funzione, Farinelli è riuscito a truffare tante vittime, che lo hanno pagato per acquistare l'oro a prezzi vantaggiosi o per “aggiustare” qualche inchiesta giudiziaria.
La “buccia di banana” su cui il suo castello di frottole e finzioni è crollato è stata millantare con un carabiniere la sua conoscenza di un tenente colonnello dell’Arma. Il quale, interpellato dal collega, ha negato di aver mai sentito nominare Farinelli. E ha così dato il via all’inchiesta con cui i carabinieri, diretti dai comandanti Antonio Coppola, Michele Miulli, e Cataldo Pantaleo, lo hanno definitivamente smascherato.