Calabria, traffico illecito di rifiuti in un campo rom: 29 arresti
A Lamezia Terme i trafficanti avevano messo in piedi una vera e propria impresa dedita alla raccolta e al trasporto illecito di rottami ferrosi
Sono 29 le persone coinvolte nel traffico illecito di rifiuti scoperto dai Carabinieri in provincia di Catanzaro. Il gip, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha disposto la custodia in carcere per 15 indagati, mentre gli altri 14 saranno sottoposti agli arresti domiciliari. Disposto anche il sequestro preventivo per le aziende coinvolte, due imprese individuali e quattro società a responsabilità limitata. L’accusa è avere messo in piedi una vera e propria impresa che, in violazione delle norme del settore, era dedita alla raccolta e al trasporto di rifiuti verso ditte specializzate nella preparazione e riciclo di rottami ferrosi, nell'insediamento rom di contrada Scordovillo a Lamezia Terme. E tali imprese, a loro volta, ricevevano illecitamente questi carichi. Le accuse, a vario titolo, sono di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, furto aggravato e violazione di sigilli. Le indagini erano cominciate dopo che lo scorso 11 luglio un incendio era divampato nell’insediamento rom di contrada Scordovillo, a Lamezia Terme, e i fumi tossici erano arrivati fino all’adiacente ferrovia e al vicino Ospedale «Giovanni Paolo II».
L'operazione è stata condotta a Lamezia Terme, San Pietro a Maida, Curinga e Settingiano, dai carabinieri del comando provinciale di Catanzaro, supportati dai rinforzi provenienti dagli altri comandi provinciali della Legione Carabinieri «Calabria», del gruppo forestale di Catanzaro, dell'ottavo nucleo elicotteri e dello Squadrone eliportato cacciatori di Vibo Valentia.