Giovanna che salva i Bambi: «Non toccate i cuccioli nel bosco o li condannate a morte»
Nel suo centro di Codevilla la veterinaria Grassi ha accolto già otto piccoli di capriolo. Basta una carezza e sull’animale resta l’odore dell’uomo. Così viene rifiutato dalla madre
CODEVILLA. Se li incontrate nel bosco, non li toccate, a meno che non siano palesemente feriti. Non lasciatevi ingannare dal fatto di non vedere la mamma nei paraggi, perché probabilmente si sta solo nascondendo da voi: i caprioli, animali docili e paurosi, non attaccano chi si avvicina ai propri cuccioli, ma ciò non vuol dire che gli faccia piacere. Anzi: se riconoscono il vostro odore sul loro pelo, abbandonano i piccoli senza pensarci due volte, condannandoli di fatto a morte certa.
L’allarme degli agenti
Ecco perché, in questi giorni, la polizia provinciale ha lanciato un vero e proprio allarme, pregando gli escursionisti di non avvicinarsi assolutamente ai piccoli Bambi. Nelle scorse settimane, infatti, sono ben otto i cuccioli di capriolo (tutti di età compresa fra i quindici giorni e il mese) arrivati alla Centro di Recupero Animali Selvatici di Codevilla Cras), gestito dalla veterinaria Giovanna Grassi, che da anni si occupa di salvare e accogliere anche ricci, tassi, faine, istrici e soprattutto volpi. «Di questi otto, - spiega Grassi - alcuni presentano ferite più o meno gravi (per lo più morsi di cani, i quali non andrebbero lasciati liberi nei boschi), ma altri sono in perfetta salute, e sono arrivati qui solo perché qualcuno ha pensato che fossero in difficoltà. Io capisco che ci si intenerisca davanti a questi animali, e mi rendo conto che le persone agiscono con i migliori propositi, ma in questo modo tolgono ai caprioli la possibilità di crescere in maniera normale, nel loro habitat, insieme ai genitori».
E questo, ovviamente, è il caso in cui le persone riescono a prendere i cuccioli per portarli al Cras. Ma se non ce la fanno? O se non pensano nemmeno di farlo, e si limitano ad accarezzarli per poi proseguire l’escursione? Il loro destino può essere ben più nefasto.
«Toccarli è come ucciderli»
«Se arrivano qui – dice la veterinaria – noi li allattiamo per tutto il tempo necessario (solitamente fino ai 5-6 mesi), aspettiamo che diventino autosufficienti e poi attendiamo la primavera per liberarli. Cerchiamo il posto giusto, dove sappiamo che è più sicuro, e li lasciamo andare. Ma se qualcuno li tocca nel bosco e poi non se ne preoccupa più è molto probabile che quei cuccioli non sopravvivranno molto, perché verranno rifiutati dai genitori». Quindi come comportarsi se si incontra un piccolo Bambi nel bosco? «Ammiratelo, ma da lontano – dice la veterinaria – anche nel caso in cui sia lui a guardarvi incuriosito. Intervenite chiamando la polizia provinciale solo se vedete che è in palese difficoltà (se c’è del sangue, se zoppica ecc) altrimenti allontanatevi, perché la mamma sarà nei paraggi e vi starà fissando.
E se proprio siete preoccupati tornate dopo un’oretta: se non c’è più è perché la mamma lo ha portato via». In nessun caso un animale selvatico andrebbe portato a casa: ha bisogno di cure competenti e costanti, va alimentato correttamente e poi aiutato a riconquistare la libertà. «Quando ne liberiamo uno – dice Grassi- è sempre un trauma perché è naturale affezionarsi vedendoli crescere, ma non bisogna essere egoisti. Li liberiamo perchè sappiamo che è la cosa migliore per loro».