Maltrattamenti in casa di riposo a Montebello, assolti medici e un’educatrice
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La sentenza smentisce responsabilità nell’omissione dei referti sugli anziani. Nel primo filone hanno patteggiato il direttore della struttura e un operatore
MONTEBELLO
La sentenza non ha riservato sorprese: tre imputati sono stati assolti, come chiesto dalla procura, in un filone dell’inchiesta sui presunti maltrattamenti alla casa di riposo “Monsignor Rastelli” di Montebello della Battaglia. Un primo processo si era chiuso con un patteggiamento a tre anni del direttore della struttura e di un operatore socio sanitario.
Ieri mattina il giudizio in corso davanti al giudice Raffaella Filoni si è invece chiuso con un esito diverso. Nessuna responsabilità, dunque, del medico Rinaldo Marangoni, 72 anni (difeso dall’avvocato Luca Angeleri), dell’educatrice Raffaella Spairani, 47 anni (avvocati Paolo Larceri e Carmelinda Abela) e della psichiatra Rosamaria Sensale, 47 anni (avvocati Cristina Pozzi e Giordano Antonelli), che avevano scelto di difendersi con rito ordinario. L’inchiesta era nata dalla denuncia di due infermiere, che si erano poi licenziate, le quali avevano girato anche alcuni video di ciò che, dal loro punto di vista, accadeva all’interno della struttura per anziani e disabili a Montebello.
Il primo filone
L’inchiesta si era divisa in due parti. Nel primo filone erano rimasti coinvolti il direttore della struttura, Giovanni Gastaldo, e l’assistente socio sanitario Davide Montagna. Entrambi avevano patteggiato per l’accusa di maltrattamenti.
Ma l’indagine aveva toccato anche i medici della struttura e una educatrice. Secondo la prima ricostruzione della procura, anche l’educatrice Spairani aveva avuto un ruolo nei presunti maltrattamenti. Il medico Marangoni, invece, era finito a processo con l’accusa di omissione di referto: secondo la procura non aveva denunciato le lesioni subìte dai pazienti. Alla psichiatra Sensale era stato invece contestato il falso ideologico in certificati per avere attestato la presenza al lavoro in un giorno in cui, invece, era assente. Una ricostruzione che non ha trovato riscontri nel corso del dibattimento.
Le assoluzioni
Sensale e Spairani sono stati assolti «perché il fatto non costituisce reato», mentre il medico Marangoni è stato assolto «perché il fatto non sussiste», come chiesto dall’avvocato Luca Angeleri. «Siamo molto soddisfatti per una assoluzione piena, un esito su cui non abbiamo mai avuto dubbi – commenta il legale –. Si è chiusa così una vicenda sgradevole che aveva coinvolto il dottor Marangoni, uno specchiato professionista che ha fatto sempre sino in fondo il suo dovere come abbiamo dimostrato nel corso del processo».