«Senza divisa non per scelta estetica» Vigilessa chiede i danni all’assessore
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Taglia inadatta, lei deve lavorare in borghese. Il suo avvocato: «Scardillo paghi 20mila euro per le frasi diffamatorie»
VIGEVANO
Si appesantisce lo scontro tra l’assessore alla Polizia locale, Nicola Scardillo, e gli agenti del comando di via San Giacomo. Dopo lo scambio di lettere minacciose delle scorse settimane nei giorni scorsi è arrivata in Comune una raccomandata dell’avvocato abbiatense Roberto Grittini con cui un’agente di polizia locale chiede a Scardillo 20mila euro di danni (più 1.200 di spese legali), ritenendosi diffamata da un suo intervento in consiglio comunale.
Oggetto del contendere è la divisa che R.R., di fisico minuto, non riesce a indossare: tutti i modelli che il Comune ha fornito sono infatti enormi per lei. La situazione perdura da parecchio ed è stata già segnalata dai sindacati senza ottenere particolare soluzione e l’agente è costretta a uscire di pattuglia in borghese, con la sola pettorina per renderla riconoscibile.
Scardillo, rispondendo a un’interrogazione del consigliere comunale Furio Suvilla, aveva stigmatizzato l’episodio in Aula. «Pare – ha detto l’assessore – che un appartenente al corpo si sia rifiutata di ritirare la propria dotazione e anche il suo campione, perché non rispondeva a determinati canoni di stile».
Un particolare che ha fatto andare su tutte le furie la vigilessa, che ha incaricato l’avvocato di difenderla. L’avvocato sostiene che «le dichiarazioni dell'assessore Scardillo siano state palesemente lesive della reputazione e della dignità professionale dell'agente, oltre che chiaramente volte e dirette a screditarne l’immagine».
La lettera si conclude con la richiesta di danni e con l’indicazione che se entro 10 giorni l’assessore Scardillo non avrà pagato, l’avvocato Grittini ha già avuto mandato dalla sua assistita di procedere per diffamazione in sede civile e penale nei confronti dell’assessore.
I commenti sull’accaduto non mancano. «La Uil lo dice da anni: senza un comandante il corpo avrebbe avuto difficoltà a gestire situazioni che in livelli di normalità sono semplici – sbotta Maurizio Poggi. – In tutta la vicenda, l’assessore ha dimostrato pressapochismo nel gestire la situazione e ora rischia di creare un danno d’immagine a tutto il Corpo, al di là delle dichiarazioni lesive su parte del personale. Auspico che l’assessore chieda scusa prontamente e si chiuda la vicenda velocemente».
La replica dell’assessore
Scardillo non è intenzionato a scusarsi. «Ho 15 agenti di sesso femminile – risponde l’assessore. – Non ho nominato direttamente l’agente e a questo punto potrei essere io parte lesa. Ricevo atti che mi arrivano dal Comando e dall’economato, e parlo a nome del Comune». Probabile che a questo punto Nicola Scardillo cerchi di controbattere con un atto legale a sua volta, coinvolgendo l’ente. «I cittadini non possono certo appassionarsi a queste diatribe – conclude il sindaco Andrea Ceffa, – ma vogliono piuttosto che il servizio offerto sia ottimale». Oliviero Dellerba