Videolezioni, resta l’obbligo per i docenti
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C’è chi contesta: «Intacca la libertà di insegnamento» La replica: «Bisogna tutelare anche chi non può seguire»
Sarà in presenza la didattica universitaria per il prossimo anno accademico, ma l’incertezza che permane sull’evoluzione della pandemia ha portato a mantenere per i docenti l’obbligo, introdotto con il Covid, di caricare online i video con i contenuti della lezioni, a disposizione degli studenti per 15 giorni.
Un obbligo che però ha fato storcere il naso ad alcuni professori, secondo i quali esiste un problema di legittimità del provvedimento approvato a larga maggioranza dal Senato accademico, che intaccherebbe la libertà di insegnamento.
stop allo streaming
«Le lezioni saranno in presenza, non più in streaming, a meno che non si debbano di nuovo adottare misure di distanziamento e capienza ridotta al 50% delle aule, con conseguente divisione in gruppi degli studenti – spiega Elisabetta Rocca, delegata dal rettore all’orientamento “Intra” – quanto ai video, il Senato ha confermato l’obbligo introdotto l’anno scorso di caricare online i video, per 15 giorni, naturalmente a disposizione dei soli studenti iscritti alla nostra Università che per varie ragioni non riescono a seguire in presenza. I docenti però potranno utilizzare quelli dello scorso anno se il corso non è stato erogato oppure se non ci sono state modifiche. Sarà a discrezione del docente».
Rocca fa notare come la conferma dell’obbligo di video sia legata al fatto che «probabilmente il Senato ha considerato che in realtà non siamo ancora del tutto usciti dall’emergenza. Fino a settembre non avremo certezze sulla necessità o meno di garantire il distanziamento e quindi l’intenzione è quella di preservare comunque chi fosse impossibilitato a seguire. Si sarebbe potuto limitare l’accesso solo a questi ultimi, ma sarebbe stato troppo complesso, per una serie di motivi. Lo stop allo streaming - a meno che la situazione non ci obblighi reintrodurlo - è in ogni caso un incentivo a venire in aula».
studenti favorevoli
A favore della modalità alternativa in video sono invece gli studenti. «Per noi è obiettivamente una cosa utile sia per seguire le lezioni, magari perché c’è la necessità di riascoltare un passaggio, che in fase di preparazione di un esame – dice Simone Agutoli, segretario del Coordinamento per il diritto allo studio – alcuni docenti tra l’altro li caricavano anche prima che fosse introdotto l’obbligo, a titolo volontario».
Quanto alla lesione della libertà di insegnamento segnalata da alcuni docenti, Agutoli si mostra molto perplesso: «Non mi pare che caricare i video delle lezioni impatti su questo aspetto, in proposito ci sono anche pareri legali acquisiti per esempio dall’Università La Sapienza. La libertà è garantita dalla scelta dei contenuti del corso e dalla metodologia di insegnamento. Il video è solo una opportunità in più offerta allo studente per fruire delle lezioni».