Esercenti divisi sul green pass. No secco di Ascom ma c’è chi dice sì
Baristi perplessi: «Controlli anche per un caffè? Esagerato». Tra i ristoratori domina la paura di un nuovo lockdown
Contraria l’Ascom, ma favorevoli parecchi ristoratori. Divide la categoria l’ipotesi di consentire l’accesso ai locali (ristoranti, bar, pub) solo a chi mostra il green pass. Gian Pietro Guatelli, direttore dell’Associazione commercianti, ribadisce la linea espressa anche a livello nazionale dalla Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) di Confcommercio: «Bisogna velocizzare la campagna vaccinale senza penalizzare chi lavora e ha pagato più di tutti per le restrizioni decise in seguito alla pandemia».
Contraria anche Lorella Soldati, titolare della Locanda del Carmine, in centro a Pavia, e responsabile cittadina dell’Ascom dei ristoratori: «No, non sono d’accordo con questa ipotesi. Non sarebbe democratico e probabilmente addirittura incostituzionale. Capisco che è necessario vaccinarsi e noi il vaccino lo abbiamo fatto, ma mettersi a chiedere alla persone se hanno il green pass, condizionando questo all’accesso al locale, non è certo tra i nostri compiti: conosco anche persone che per vari motivi non possono vaccinarsi, senza considerare poi che sono stati registrati casi di persone vaccinate ma che hanno ugualmente trasmesso il Covid. Oltretutto noi ristoratori abbiamo sempre seguito le regole su distanziamento e uso delle mascherine».
I dubbi
Perplesso Andrea Maltese, titolare del Caffè Garibaldi a Mortara e presidente provinciale Ascom di bar e sale da ballo: «Io cerco di avere sempre un atteggiamento costruttivo, per cui se è un modo per spingere a vaccinarsi chi non lo ha ancora fatto e uscire da questa situazione in linea di principio potrei essere d’accordo. Ma oltre al fatto che ho dubbi sul fatto che sia eticamente giusto, mi pare francamente esagerato introdurre un obbligo del genere per l’ingresso nei locali, soprattutto nei bar: io dovrei mettermi a controllare, o destinare una persona a farlo, anche una persona che entra soltanto a prendere un caffè? Francamente mi sembra anche abbastanza ridicolo dopo aver appena visto, nei giorni scorsi, i 70 mila stipati allo stadio di Wembley. Altra questione: io sono favorevole al vaccino, ma ci sono persone che non possono farlo e mi pare ingiusto privarle dell’accesso ai locali. Non vorrei, infine, che fossimo di nuovo noi esercenti a essere penalizzati».
I favorevoli
La pensano diversamente altri esercenti, favorevoli al Green pass per entrare in bar e ristoranti, allontanando così lo spettro di nuove chiusure.
Tra questi alcuni ristoratori vogheresi, preoccupati dal fatto che sarebbero in pochi a rispettare tutti i protocolli sanitari attualmente in vigore. «Meglio il green pass subito – dice Mauro Enoch, chef del Ristorante Rimulas in via Severino Grattoni – se serve ad evitare nuove chiusure. Il mio locale ha aperto ufficialmente il 24 ottobre del 2019 e sono rimasto più tempo chiuso che aperto, dunque non posso che vedere di buon occhio una soluzione di questo tipo».
Giulio Vitagliano, della pizzeria Gallo Rosso in piazza Duomo, aggiunge: «Dal canto nostro abbiamo sempre rispettato tutte le regole, ma ci rendiamo conto del fatto che la soluzione migliore sarebbe il green pass. L’unica altra alternativa, infatti, sarebbe quella di aumentare la consapevolezza delle persone nel capire la situazione. Al momento, infatti, sembra che ai più non interessi, o che e ignorino quello che è successo finora» .
Anche da Vigevano pareri favorevoli al green pass. «Sarei perfettamente d’accordo con l’adozione del modello francese – spiega per esempio Stefano Leoni, 56 anni, storico gestore insieme alla famiglia de “La Frottola”, il pub di via Riberia – non avrei alcun problema a chiedere il green pass ai miei clienti, come non ne ho avuti a misurare la febbre a tutti e a obbligare a entrare nel locale con le mascherine».
Leoni sulla prevenzione dei contagi ha le idee molto chiare. «Se dovesse essere previsto l’obbligo anche in Italia di entrare negli esercizi pubblici solo esibendo il green pass, ben venga – dice il ristoratore – mi stanno piuttosto molto antipatiche le persone della mia età che sottovalutano il problema e decidono di non vaccinarsi. Noi siamo per il rispetto delle regole».