Rebecca sul ring ai Giochi 33 anni dopo Parisi
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La ventunenne Nicoli si batte per i pesi leggeri. La mamma: «È entusiasta del villaggio, gira in bici e si sta divertendo»
PAVIA. L’erede di Giovanni Parisi. Già questo farebbe tremare le gambe a chiunque, ma non alla ventunenne Rebecca Nicoli che dalla vittoria di Flash a Seul nel 1988 è la prima pugilessa pavese a qualificarsi per i Giochi Olimpici. Pure i pesi si avvicinano, anche se Parisi vinse l’oro nei piuma, mentre Nicoli combatterà sul quadrato di Tokyo nei leggeri. Quello che conta, comunque, è che dal 1988 al 2021 sono passati 33 anni prima che un pugile pavese calcasse ancora un ring olimpico.
«La sua forza è la tranquillità – spiega mamma Alessandra Sozzi che, con il marito Massimo Nicoli, si è recata al ritiro della nazionale a Santa Maria degli Angeli, in Umbria, prima che Rebecca volasse in Giappone – L’abbiamo vista serena e in una forma migliore del solito. Ci ha detto che ha lavorato tanto e le ha fatto piacere la nostra visita».
Che Rebecca fosse una predestinata, il direttore sportivo della Pugilistica Pavia Giancarlo Mezzadra, che di campioni se ne intende, se ne accorse subito: questa ragazza che si era presentata in palestra quasi per caso, grazie ad un volantino che pubblicizzava la boxe, aveva dimostrato subito un talento innato e un pugno pesante che sul quadrato fa sempre la differenza. Certo, poi ci sono state le cure del tecnico Gianni Birardi e di una società che si è stretta immediatamente attorno a lei per farla lavorare con intensità e nel modo giusto. Nel suo terzo match, in Piemonte, la sua avversaria Vittoria De Carlo, messa all’angolo, faceva notare con disappunto al maestro che Rebecca faceva male, il primo segnale della sua storia futura.
Del suo talento si sono accorti ben presto in Nazionale e anche l’Oro olimpico Roberto Cammarelle, direttore tecnico del Gruppo Sportivo Fiamme Oro, l’ha voluta subito tesserare. Quando Rebecca ha saputo che ai Giochi partecipavano gli atleti di 60 kg e non 64 ha deciso, con l’aiuto del presidente della Ap Pavia Maurizio Niutta, di sottoporsi a una dieta per scendere di categoria. Sembrava ormai lanciatissima, ma ecco il primo intoppo: la sera prima di salire sul ring, a Londra, per il torneo di qualificazione, è arrivato lo stop imposto dal Covid. Rebecca non si è data per vinta e ha proseguito la preparazione ma a novembre 2020 ha subìto un nuovo stop per un intervento all’anca. Con grande forza d’animo, ha superato anche questo e finalmente lo scorso giugno a Parigi è salita sul quadrato per incontrare la britannica Caroline Dubois per il pass olimpico che però l’ha battuta ai punti.
La chance per la qualificazione è arrivata in un match secco con l’ellenica Nikoleta Pita. Rebecca ha sfruttato al meglio l’occasione imponendosi con verdetto unanime, 5-0. Alla fine dell’incontro il suo commento è stato: «La vittoria è stata fantastica, sono davvero felice. Ho faticato a conquistarla perché dopo l’intervento all’anca destra mi sono dovuta rimettere in forma. Per ora sono al 60%, ma a Tokyo sarò perfetta».
Dal Giappone Rebecca ha mandato un messaggio ai genitori in cui dice che va tutto bene, che il villaggio olimpico è divertente ed è un’ esperienza unica. Va in giro in bicicletta ed è in attesa di salire sul ring. «Tokyo- ha ricordato - è il sogno di una bambina di 4 anni che ha visto in televisione i Giochi di Atene e si è detta voglio arrivare li».
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