Il docente di diritto penale: «La legittima difesa deve essere proporzionata»
Seminara insegna all’Università di Pavia: «Non va superato il confine fra tutela personale e reazione esagerata»
PAVIA. Il professor Sergio Seminara è docente di diritto penale nell'Università di Pavia.
Professor Seminara, cos'è la legittima difesa e quando può essere invocata?
«È un istituto previsto dal nostro ordinamento al fine di consentire al cittadino di difendersi in casi estremi, quando cioè non è possibile ricorrere a una tempestiva e parimenti efficace tutela da parte delle forze dell'ordine. L'articolo 52 del codice penale esclude la punibilità di chi ha commesso il fatto, dice testualmente la norma, perché costretto dalla necessità di difendere sé od altri contro il “pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa”. Il primo requisito è la necessità di doversi difendere, il secondo è il pericolo di un'offesa ingiusta. La terza condizione, spesso la più complicata da valutare, la proporzione fra la difesa e l'offesa».
Posso quindi andare in giro armato e utilizzare l'arma nel caso di pericolo?
«Attenzione, perché la legittima difesa non è il diritto di farsi giustizia da sé, ma è subordinata a condizioni rigorosissime. E nel caso in cui non sussistano i requisiti e venga successivamente accertato un eccesso da parte di chi ha reagito, erroneamente ritenendo di difendersi, si può configurare il reato di eccesso colposo di legittima difesa. Ma la situazione può essere ancora più grave. Se risultasse che la persona ha agito non per difendersi, ma con volontà di offendere, il reato commesso è ascrivibile a titolo doloso. In questo caso parliamo di un reato volontariamente commesso».
Quando si è evidentemente fuori dall'ipotesi di legittima difesa?
«Se sparo ad un ladro in fuga, in mezzo alla strada, solo in casi assai limitati si può invocare la legittima difesa. Se due persone si sfidano a duello, non può esserci legittima difesa perché qui è implicita l'accettazione del rischio. Infine, se l'aggressore è a mani nude e io sono armato, potrei limitarmi a sparare per aria o a farlo desistere mostrando l’arma o a mirare a una gamba. Invece se sparo dritto al cuore, non c'è il requisito della proporzionalità».