L’oggetto raccolto da terra, l’aggressione e lo sparo: tutti i dubbi che il video non risolve
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La pistola aveva il colpo in canna quando l’assessore leghista di Voghera l’ha estratta e mostrata alla vittima
PAVIA. Tre testimonianze e il filmato di una telecamera, suddiviso in quattro file. Ma gli elementi nelle mani della procura per ricostruire cosa sia accaduto con esattezza martedì sera davanti al bar Ligure di piazza Meardi, finora non hanno chiarito tutti i dubbi. Restano, al contrario, diversi interrogativi. E per questo il sostituto procuratore Roberto Valli ha disposto un esame più approfondito dell’unico filmato della scena, ripresa dalla telecamera di un palazzo di fianco al locale, che al momento rappresenta la fonte più preziosa.
L’oggetto misterioso
Il filmato, che è stato registrato dalla telecamera dell’immobiliare di corso XXVII Marzo, chiarisce alcuni passaggi dell’accaduto ma introduce altri dubbi. Se conferma infatti il racconto dell’assessore sull’aggressione subita (Adriatici è colpito da uno schiaffo a mano aperta sul collo, che lo fa cadere per terra), non dice nulla sugli attimi in cui il proiettile viene esploso dalla pistola, perché la scena è nascosta dal muro del locale.
Ma resta il mistero anche su un altro dettaglio, che neppure Adriatici ha chiarito con i suoi legali: quando l’assessore si trova per terra, poco prima dello sparo, la vittima fa uno scatto indietro per raccogliere un oggetto da terra. Che cos’è? Non può essere il cellulare, che è caduto più distante e che Adriatici recupera solo dopo il ferimento, mentre un testimone lo aiuta a raccogliere un altro oggetto, a quanto pare gli occhiali. Con questo oggetto misterioso, comunque, lo straniero si avvicina ad Adriatici, non è chiaro se per usarlo contro di lui o per restituirglielo.
Il colpo in canna
Adriatici ha confermato che la pistola aveva il colpo in canna e che era stata tolta la sicura. Un movimento rapido, che l’assessore compie nel momento in cui estrae l’arma dalla fondina e la mostra allo straniero (come confermato dallo stesso indagato ieri mattina in interrogatorio) per avvisarlo di essere armato. Vuole farlo allontanare ma invece ottiene la reazione della vittima, che lo colpisce. La pistola resta nella mano destra e l’assessore continua a impugnarla anche quando cade per terra. Non si sa se Adriatici ha armato il cane, cioè ha reso la pistola immediatamente pronta allo sparo. Se non lo ha fatto, la forza necessaria per esplodere il proiettile deve essere stata di una certa entità.
La traiettoria e l’autopsia
Dall’autopsia è emersa l’assenza del foro di uscita del proiettile e qualche indicazione sulla traiettoria: dall’alto verso il basso. Una condizione che si può verificare in due casi: se il colpo parte dall’alto, appunto, oppure se chi lo riceve è in una posizione particolare, chino su chi spara. Questa seconda ipotesi sembra compatibile con il racconto fatto da Adriatici, che dice di avere subito un’aggressione anche quando era a terra. La certezza è che il colpo di pistola è stato fatale per il 39enne: il proiettile, penetrato nell’emitorace sinistro, ha perforato la vena cava, provocando una emorragìa interna che i medici non hanno potuto tamponare.