Contro gli eccessi della movida notturna steward pagati dal Comune di Pavia sino a ottobre
Il Mezzabarba ha siglato un contratto da 38mila euro con una società di San Martino: tutti i week end saranno presidiati
PAVIA. Steward in piazza, nei fine settimana, sino alla metà del prossimo mese di ottobre. È questa la strategia messa in atto dall’amministrazione comunale di Pavia con l’obbiettivo di contenere le degenerazioni da malamovida e anche gli episodi di criminalità spicciola che si sono verificati nelle ultime settimane.
Per tredici fine settimana, quindi le serate del venerdì e del sabato, il Comune spenderà 38mila euro.
L’incarico, in base alla decisione adottata dal dirigente del settore Polizia locale, è stato assegnato alla National security corporation di San Martino Siccomario, la stessa società che già aveva fornito al Comune un servizio di vigilanza privata e dalla quale, nello scorso mese di gennaio, il Mezzabarba aveva acquistato per 91.500 euro 48 termoscanner da collocare nelle scuole per misurare la temperatura corporea degli studenti all’ingresso delle lezioni.
La decisione di ricorrere all’utilizzo della vigilanza privata è motivata da due ragioni: la prima è che «in data 11 giugno 2021 il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha proposto al sindaco di Pavia l’utilizzo della figura degli steward per il controllo movida - emergenza Covid»; la seconda è che «nonostante gli operatori della polizia locale siano impegnati settimanalmente in più servizi per la movida non sono sufficienti a coprire il servizio richiesto, pertanto occorre utilizzare personale esterno al fine di mantenere l’ordine e la sicurezza durante queste serate».
L’assessore alla Polizia locale, Pietro Trivi, conferma che la sperimentazione degli steward, effettuata negli scorsi fine settimana, ha portato qualche beneficio: «Queste figure – dice – hanno principalmente una funzione deterrente, dal momento che indossano una pettorina e sono facilmente individuabili. In effetti, sentendo alcuni esercenti, si sarebbe notato un miglioramento legato alla presenza degli steward. Ricordo, tuttavia, che queste persone hanno solo ed esclusivamente il compito di segnalare eventuali situazioni di pericolo alle forze dell’ordine, le uniche che sono legittimate a intervenire».
Per legge, infatti, i vigilanti privati non possono né portare armi, né effettuare fermi o attività che siano di stretta competenza degli operatori di polizia giudiziaria. Sono dotati di un telefono cellulare e, qualora si imbattano in situazioni a rischio per l’ordine pubblico, sono tenuti a chiamare la polizia o i carabinieri e ad attenderne l’intervento. Si tratta di figure professionali autorizzate dalla prefettura e, in genere, formate per affrontare situazioni di stress.
Riguardo all’utilità della presenza degli steward nelle zone più calde, il titolare di un esercizio dice: «Più che altro servono quando scoppiano delle risse. Possono intervenire prima delle forze dell’ordine e riescono a limitarle. Però non hanno le possibilità di intervento che hanno carabinieri o poliziotti».
Al di là della deterrenza e della possibilità di raffreddare gli animi, c’è una questione che sta all’origine di qualsiasi ragionamento sulle degenerazioni della movida notturna, ossia i numeri. Un conto è separare due persone che stanno facendo a cazzotti, ben altra faccenda è intervenire quando si ha a che fare con decine di ragazzi, magari su di giri per qualche bicchiere di troppo.
In questi casi, il rischio è quello di innescare qualcosa che vada ben al di là dei danni o del disturbo che possono provocare alcuni ubriachi. Di questo, le forze dell’ordine tengono sempre conto, sia che si tratti di una serata di festa in piazza sia che si tratti di un corteo o di una manifestazione. —