Terza dose, medici di base pronti: «Dobbiamo organizzarci adesso»
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Lettera all’Ats firmata da Ordine, sindacati e Tribunale del malato. Tutte le richieste in previsione della campagna d’autunno per i fragili
PAVIA. Disponibili a vaccinare in autunno in vista di una terza dose anti-Covid sempre più probabile, ma «solo con una programmazione precisa». Sono i medici di famiglia pavesi a parlare, e lo fanno attraverso una lettera inviata ad Ats, firmata dal presidente dell’ordine dei medici di Pavia, Claudio Lisi, dai sindacati di categoria (Carlo Monti di Fmmg Pavia, Antonio Sabato di Simet, Lorenzo Paolo Pati di Smi, Salvatore Santacroce di Snami Pavia) e dal responsabile del Tribunale del malato, Giuseppe Tallarico.
«L’emergenza sanitaria legata alla pandemia Covid-19 ha accentuato “il disagio” che, in particolare il medico di famiglia, sta vivendo ormai da molto tempo – si spiega nella lettera –. Disagio che è figlio di un processo avviato da anni, che considera la salute un costo e non un investimento. Tale visione ha portato a considerare il medico un prestatore d’opera e non un professionista».
Il lavoro dei medici di base si è fatto ancora più faticoso da quando si è affacciata la pandemia. «Nel territorio pavese, nel momento di avvio della campagna vaccinale Covid, i medici di medicina generale si sono prodigati e organizzati nell’effettuare le vaccinazioni», sia dei colleghi e dei pediatri prima che «successivamente dei loro pazienti over 80, e in alcuni casi impegnandosi a vaccinare anche negli hub di Asst o nei centri vaccinali – prosegue Lisi, insieme agli altri firmatari –. Al momento l’andamento della pandemia, le tempistiche della campagna vaccinale in corso e la propagazione di nuove varianti, rendono probabile un terzo richiamo vaccinale nel prossimo autunno». Quindi, sottolineano, «solo una programmazione precisa e adeguata potrà consentire ai medici di base di svolgere anche la propria attività ambulatoriale già impegnativa, rivolta ai pazienti non Covid e a quelli cronici, nonchè l’attività burocratico- amministrativa».
Secondo i firmatari della lettera «la programmazione dovrà identificare: il target vaccinale, le condizioni logistiche opportune e necessarie per vaccinare in sicurezza, la fornitura e distribuzione dei vaccini, il personale amministrativo e infermieristico necessario, un sistema operativo di prenotazione e le linee guida concordate sul percorso vaccinale». Ma, concludono, «un programma così articolato deve prevedere un aggiornamento degli accordi integrativi regionali, con un adeguamento del compenso idoneo all’incarico ricoperto». —