L’amico ex poliziotto era al telefono con Adriatici la sera della tragedia: «Parlammo di lavoro»
Fabrizio Scabini chiede di essere sentito per spiegare le chiamate
VOGHERA. «Abbiamo parlato di lavoro, ma non voglio aggiungere altro. Chiederò di essere sentito dal magistrato». L’ex ispettore di polizia Fabrizio Scabini taglia corto. Martedì sera era lui al telefono con l’ex collega e amico Massimo Adriatici pochi istanti prima dello sparo che ha ucciso il 39enne Youns El Boussetaoui davanti al bar Ligure. Il suo nome è indicato nell’ordinanza di arresto firmata dal giudice Maria Cristina Lapi. I due ex colleghi del commissariato di Voghera si sono sentiti anche qualche minuto dopo quando la tragedia si era già consumata.
Fabrizio Scabini, che ha lasciato la polizia da diversi anni per intraprendere la carriera da investigatore privato, preferisce non aggiungere altro. Ma spiega che svelerà il contenuto delle telefonate (potrebbe essere importante a livello processuale) solo al magistrato titolare dell’inchiesta Roberto Valli. «Naturalmente se riterrà opportuno sentirmi come testimone», aggiunge.
Da una prima ricostruzione, sembra che Massimo Adriatici avesse ricevuto sul cellulare un avviso di chiamata dell’ex collega Scabini. «Uscendo dal bar Cervinia – ha spiegato Adriatici durante l’interrogatorio - ha ricevuto l’avviso di chiamata. Era Scabini e l’ho subito richiamato per motivi personali».
Da indiscrezioni sembra che la telefonata si riferisse ai rispettivi lavori.«Mi sono fermato vicino a una pietra miliare vicino al bar Ligure – ha spiegato Adriatici – per vedere cosa stesse facendo quel giovane nordafricano in evidente stato di alterazione. Si è avvicinato a un tavolo del bar e ha buttato a terra il pane: i gestori cinesi hanno cercato di allontanarlo. Non ricordo esattamente il momento in cui ho chiuso la telefonata con Scabini, sono certo che gli ho detto che dovevo chiudere perché c’era una persona che creava problemi e volevo chiamare le forze dell’ordine. Prima ho composto il 113, ma mi sono reso conto che la chiamata doveva passare prima al Nue (numero unico emergenze) di Brescia e ho chiamato direttamente il numero della sala operativa del commissariato». Numeri che Massimo Adriatici conosceva bene. Era nella squadra investigativa con Fabrizio Scabini, un gruppetto di poliziotti del commissariato che si era distinto nelle operazioni di servizio.
Le strade dei due si erano separate quando uno aveva lasciato la divisa per fare l’investigatore, l’altro per diventare avvocato. —