Afghanistan, Kabul chiude ai voli dei civili. I taleban isolano l’aeroporto e tagliano le comunicazioni al Panshir
foto da Quotidiani locali
Da oltre 24 ore i taleban hanno chiuso l'aeroporto di Kabul alla maggior parte degli afgani che speravano di essere evacuati dal Paese. Proprio mentre gli Stati Uniti, e i loro alleati, completavano il caotico ponte aereo che pone fine a due decenni di presenza delle loro truppe in Afghanistan. I leader occidentali hanno riconosciuto che il loro ritiro significherebbe abbandonare alcuni cittadini e molti locali con cui hanno collaborato in questi anni, promettendo di provare a continuare a discutere con i talebani per consentire loro di partire anche dopo la scadenza del 31 agosto indicata dal presidente Joe Biden per ritirarsi dal nazione.
Sebbene la maggior parte degli alleati abbiano terminato le operazioni di evacuazione, gli Stati Uniti hanno pianificato di proseguire i voli 24 ore su 24 fino alla scadenza, affermando che 113.500 persone erano state evacuate dal 14 agosto, il giorno prima che i talebani rivendicassero la presa di Kabul. Biden ha avvertito che un altro attacco è «molto probabile nelle prossime 24-36 ore» e l'ambasciata degli Stati Uniti ha emesso un nuovo avviso, alle prime ore di oggi, per tutti gli americani, di evitare l'area dell'aeroporto.
Il portavoce dei taleban, Zabihullah Mujahid, ha affermato ieri che le forze del gruppo islamista stanno tenendo alcune posizioni all'interno dell'aeroporto e sono pronte a prenderne pacificamente il controllo una volta che le forze americane avranno lasciato il Paese. Dichiarazioni, però, negate dal portavoce del Pentagono, John Kirby. I taleban, però, hanno dispiegato forze extra fuori dall'aeroporto di Kabul per evitare che grandi folle si radunassero sulla scia dell'attentato di giovedì.
Nuovi di posti di blocco sono poi sorti sulle strade che portano allo scalo della capitale, alcuni presidiati da combattenti talebani in uniforme con Humvees e occhiali per la visione notturna, sottratti dalle dotazioni delle forze di sicurezza afghane. Le aree in cui la folla si era radunata nelle ultime due settimane nella speranza di fuggire dal Paese, erano in gran parte vuote.
Dopo la strage di giovedì dell'Isis-K - quasi 200 morti tra afghani e soldati americani impegnati nelle operazioni di evacuazione nello scalo della capitale - l'ambasciata Usa ha avvertito di una nuova «minaccia credibile». Anche il presidente, Joe Biden, ha rinnovato l'allerta, parlando di «probabile nuovo attacco nelle prossime 24-36 ore», prima della scadenza del 31 agosto entro cui è previsto il ritiro definitivo del contingente americano.
Intanto centinaia di persone continuano ad ammassarsi fuori dalle banche di Kabul nella speranza di riuscire a prelevare qualche soldo dai bancomat o dai loro conti che sono stati inaccessibili da quando i talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan. Alcuni, riporta il corrispondente di Al Jazeera nella capitale afghane, sono arrivati alle 4 di mattina. Secondo la tv all news, ci sono stati scontri davanti ad alcuni istituti di credito con i talebani che hanno lanciato sassi per disperdere la folla.
I taleban tagliano le comunicazioni al Panshir
Secondo fonti locali alla Bbc, quasi tutte le reti internet e di telecomunicazioni in Panshir sono state tagliate dai talebani. Il Panshir è la provincia nel nord est dell'Afghanistan diventata il centro della resistenza anti-talebana. Assieme a Baghlan è l'unica zona non controllata da loro.
Ultimo aereo militare britannico è tornato in patria dall'Afghanistan
L'ultimo aereo militare britannico è tornato in patria dall'Afghanistan. A bordo del velivolo atterrato alla base di Brize Norton nell'Oxfordshire, vi erano l'ambasciatore britannico, sir Laurie Bristow, diplomatici e militari, riferisce il Guardian. Secondo i dati del governo di Londra, gli aerei della Raf hanno evacuato 15mila persone da quando i talebani hanno conquistato Kabul il 15 agosto. Fra loro 5mila cittadini britannici e oltre 8mila afghani, che hanno aiutato il contingente britannico o rischiavano persecuzioni, assieme ai loro familiari.
Macron vuole un'area sicura
La Francia e il Regno Unito chiederanno domani alle Nazioni Unite, la creazione a Kabul di una “safe zone”, un'area sicura, per svolgere operazioni umanitarie dopo il ritiro delle truppe internazionale che terminerà a fine mese. Lo ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, in un'intervista al settimanale Le Journal du Dimanche.
In vista della riunione, domani, dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina e Russia) per discutere del dossier afghano, Londra e Parigi stanno elaborando un «progetto di risoluzione» che «mira a definire, sotto il controllo dell'Onu, una “safe zone” a Kabul, che consentirà di continuare le operazioni umanitarie», ha reso noto Macron. «Questo è molto importante. Fornirebbe un quadro alle Nazioni Unite per agire in caso di emergenza, e soprattutto permetterà di mettere tutti davanti alle proprie responsabilità e alla comunità internazionale di mantenere la pressione sui talebani», ha aggiunto l'inquilino dell'Eliseo.
Il raid americano. Biden: “Non dimenticheremo, la pagherete”
«Non dimenticheremo, la pagherete», aveva detto tra le lacrime Joe Biden dopo l'attentato kamikaze all'aeroporto di Kabul costato la vita anche a 13 marines. E la prima rappresaglia statunitense è arrivata dal cielo, con un drone che ha colpito e ucciso due menti dell'Isis-Khorasan e ferito un terzo membro della branca afghana dello Stato Islamico. Il portavoce del dipartimento della Difesa americano John Kirby e il vice capo di stato maggiore delle forze armate Usa Hank Taylor assicurano che l'operazione non ha coinvolto civili. Anche se i talebani sostengono il contrario e denunciano il ferimento di due donne e un bambino.
Il raid è stato ordinato direttamente dal segretario alla Difesa Lloyd Austin dopo il via libera del presidente Biden, che segue costantemente la situazione dalla Situation Room della Casa Bianca. Potrebbe essere solo una delle prime operazioni contro l'Isis-K, come confermato dalla stesso Biden, dopo che il presidente americano ha annunciato di aver affidato al Pentagono il compito di pianificare la risposta all'attentato all'aeroporto di Kabul. L'obiettivo è quello di dare un chiaro segnale agli afghani, alle organizzazioni terroristiche e alla comunità internazionale: nonostante la disastrosa ritirata da Kabul, gli Stati Uniti mantengono intatta la loro capacità di colpire il terrorismo ovunque.
Nel frattempo, senza fare allarmismi, in tutte le principali città Usa si rafforzano le misure di sicurezza sul fronte dei luoghi ritenuti più “sensibili”, con New York e Washington in prima linea nel potenziare i controlli e la vigilanza. A Kabul invece è ormai partito il conto alla rovescia verso il 31 agosto. I britannici hanno annunciato ieri di aver completato il loro ritiro, mentre gli americani hanno portato via altre 4.200 persone in 24 ore, con un bilancio di oltre 109 mila evacuati dalla capitale afghana dallo scorso 14 agosto. E i taleban intanto annunciano: «Avremo il controllo dell'aeroporto molto presto. Solo dopo decideremo se avremo bisogno dell'aiuto di Turchia e Qatar».