Caso infrastrutture: «Eni non finanzierà il casello sulla A7 a Pieve Albignola»
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Il consigliere regionale Mura: «Coinvolgeremo altre aziende del territorio che hanno bisogno di infrastrutture migliori»
SANNAZZARO
Il Gruppo Eni si sfila dalla possibile cordata tra enti pubblici e aziende private che si pensava potesse cofinanziare il casello autostradale sulla A7 a Pieve Albignola. Lo dicono il consigliere regionale Roberto Mura e il sindaco di Sannazzaro, Roberto Zucca che, seppure in modo ancora ufficioso, hanno avuto informazioni su di un inaspettato diniego dalla direzione generale di Eni di Roma.
«Eni – spiega Mura in veste di delegato dalla Regione Lombardia alle trattative – si è detta interessata solo marginalmente al progetto, essendo la raffineria di Sannazzaro in un momento di pesante ristagno produttivo per il calo dei consumi e per la strategia energetica che sta puntando verso risorse energetiche sempre meno di origine fossile e sempre più verso le rinnovabili. La decisione di Eni, anche se non ancora ufficiale, sarebbe definitiva e ciò fa sì che il nostro impegno si orienti verso strade alternative per trovare le risorse economiche necessarie per non rinunciare al progetto».
C’è discordanza sui costi preventivo. Nel 2002 il primo progetto redatto dalla Provincia di Pavia prevedeva un intervento con la costruzione del casello alla frazione Cascinotto Mensa, del relativo svincolo e di un innesto sulla 193-bis per Sannazzaro all’altezza della cascina Tombone; più avanti nel tempo la congiunzione sulla stessa provinciale, stavolta verso Pavia, all’altezza di Zinasco (previsto anche un ponte sul Terdoppio). Il preventivo di spesa rasentava all’epoca i 14 milioni di euro. La sola bretella verso Sannazzaro, la più utile per evitare il passaggio di centinaia di camion dagli abitati di Zinasco e Pieve Albignola, costituirebbe il primo step del progetto.
Ma la discordanza di costi sul primo intervento è palese: dai circa 4 milioni di euro preventivati in sede locale, la società Autostrade risponde con un preventivo tre volte maggiore. E le risorse?
La Regione rilancia
«Resta valida la strategia di mixare risorse pubbliche a private – dice Mura. – Se Eni non risponde, coinvolgeremo le altre aziende territoriali che necessitano di un’infrastruttura che rilanci la bassa Lomellina. Con il nuovo Cda della A7 confidiamo di intavolare un rapporto costruttivo; poi in sede politica si cercheranno soluzioni finanziarie, tanto più che il piano già dispone dell’avvallo unanime di Regione Lombardia».
Eni, a Sannazzaro, avrà almeno fino a tutto il 2022 diversi impianti fermi; Eni Est, benché ricostruito dopo l’incendio del 2016, non è più ripartito. E i dirigenti della raffineria hanno manifestato la necessità di ridurre di 60 unità la forza lavoro attuale. Una crisi che potrà pesare anche sui progetti infrastrutturali. —