Famiglia vogherese nel grattacielo in fiamme: «Quell’incendio ci ha portato via quasi tutto, ma siamo vivi»
Il drammatico racconto del vogherese che con la moglie abitava nella “Torre del Moro” di Milano distrutto dal fuoco domenica scorsa
VOGHERA
La corsa in pigiama fuori dal palazzo con la moglie e il bambino di nemmeno due anni e l’acciaio sciolto che cadeva a terra come chicchi di grandine. Non dimenticherà mai queste immagini Fabio Cosentino, 36enne vogherese, che abitava con la sua famiglia nel grattacielo “Torre del Moro” di via Antonini a Milano, andato completamente distrutto a causa di un incendio scoppiato domenica scorsa. Fiamme che hanno mandato in fumo quell’appartamento tanto desiderato dalla coppia oltrepadano-tortonese, che abitava lì da tre anni e per acquistarlo si era accollata un mutuo, e di cui ora rimangono solo le pareti annerite.
Momenti drammatici
Dopo i primi giorni in cui ha riordinato le idee, Fabio ripercorre quei momenti drammatici: «Nel primo pomeriggio di domenica eravamo rientrati a casa, dopo essere andati a trovare i nostri genitori (originari dell’Oltrepo e del Tortonese), per sistemare alcune cose – ricorda -. Dopo un paio d’ore iniziamo a sentire un odore di fumo molto forte e pensiamo subito ad un incendio. Così, ancora in pigiama, afferro cellulare e chiavi e, con mia moglie e mio figlio, esco nel piazzale».
Quello che doveva essere un principio di incendio in un appartamento ai piani alti del palazzo, però, si trasforma ben presto in un inferno, a cui Fabio e gli altri condomini, usciti anch’essi nel frattempo, assistono inermi. «Pensavamo che nel giro di poco sarebbero intervenuti i vigili del fuoco a spegnere l’incendio, invece, in un quarto d’ora, la situazione è degenerata e il palazzo è stato avvolto dalle fiamme. Ad un certo punto si sentiva solamente il crepitio dell’acciaio che si staccava e cadeva a terra come se fosse grandine. Infatti, anche le macchine parcheggiate sotto il grattacielo sono andate distrutte».
«Ora dormiamo in un residence»
Pur essendo al primo piano dell’edificio, anche l’appartamento dei Cosentino è stato divorato dall’incendio: «All’inizio, una volta spento il fuoco, non volevano farci entrare, poi, insistendo con i vigili del fuoco, sono riuscito a recuperare l’automobile e qualcosa all’interno, anche se è andato praticamente tutto distrutto» dice ancora il giovane. Da domenica, la coppia insieme ad altri residenti vive temporaneamente in un residence a pochi passi dal grattacielo («Ma è vergognoso che praticamente ci stiamo pagando l’alloggio da soli con il fondo cassa dell’amministrazione») e sabato è in programma un incontro con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per capire quali soluzioni il Comune intenda mettere in campo: «Il sindaco Sala è venuto subito sul luogo dell’incendio e io mi sono presentato in pigiama davanti a lui, gli ho chiesto di non lasciarci soli ed ha annuito con la testa – ricorda il 36enne -. Vedremo cosa riuscirà a fare».
La giovane coppia, ora, passato lo spavento, vuole solo voltare pagina e trovare una nuova casa dove riprendere la vita insieme al loro piccolo: «La cosa più importante è che stiamo tutti bene – conclude Fabio -. Ma in questo momento non abbiamo più niente, dobbiamo usare i vestiti dei nostri genitori e abbiamo perso tutti i ricordi che c’erano nella casa, a cui eravamo molto legati perché lì, ad esempio, nostro figlio ha mosso i primi passi. Io mi sono subito attivato per le pratiche del mutuo e dell’assicurazione. Ma qualcuno deve pagare per quello che è accaduto: ci avevano garantito che erano stati utilizzati i materiali migliori per la costruzione, c’erano porte tagliafuoco ovunque e idranti in più punti. Eppure, nel giro di poco tempo, il palazzo è andato tutto in fumo».
Oliviero Maggi