Tangenti per i lavori in tribunale a Pavia, la procura chiede il processo
Otto sotto accusa, rischiano il rinvio a giudizio anche l’imprenditore Calisti e l’ingegnere Marabelli
PAVIA
Sono accusati di avere elargito favori ai funzionari e avere pagato tangenti per pilotare gli appalti di alcune opere pubbliche del Provveditorato regionale, tra cui i lavori al palazzo di giustizia di Pavia. Otto persone, tra imprenditori e funzionari dell’ente lombardo che gestisce buona parte del patrimonio edilizio pubblico regionale, rischiano il processo. Tra loro ci sono anche l’imprenditore pavese Armando Calisti, l’ingegnere Claudio Marabelli e il pavese Francesco Errichiello, ex provveditore alle opere pubbliche. La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti: l’udienza preliminare in cui il giudice deciderà se accogliere la richiesta della procura o prosciogliere gli imputati è fissata per il 17 settembre. Le accuse sono, a vario titolo, di corruzione e turbativa d’asta.
i ruoli e le contestazioni
La richiesta di rinvio a giudizio con relativa fissazione dell’udienza preliminare arriva un anno dopo la conclusione delle indagini, coordinata dai magistrati Giovanni Polizzi e Paolo Filippini. Errichiello, che abita a Pavia ed è stato a lungo provveditore delle Opere pubbliche, è coinvolto nell’inchiesta per una presunta tangente da 50mila euro per l’appalto della caserma “Montebello” di Milano. Insieme a lui è finito coinvolto nell’indagine, e rischia il processo, anche l’imprenditore pavese Armando Calisti, che viene tirato in ballo per i lavori al palazzo di giustizia di Pavia insieme a un altro funzionario del Provveditorato, Gianni Gatto. Il coinvolgimento di Calisti e Gatto ruota attorno ad alcuni interventi su edifici pubblici.
i lavori al tribunale di Pavia
Tra questi ci sono anche i lavori di ampliamento e messa a norma del terzo piano del palazzo di giustizia di Pavia. Il costruttore Calisti entra nell’indagine proprio in relazione a questo intervento. Secondo i magistrati di Milano l’imprenditore avrebbe mandato suoi operai e mezzi dell’impresa per eseguire lo sgombero di un immobile di proprietà del funzionario Gianni Gatto a Garbagnate Milanese. Un lavoro eseguito in due giornate, tra luglio e agosto del 2018, e che per la procura sarebbe stato il corrispettivo per ottenere l’aggiudicazione dei lavori al tribunale. In altre parole l’utilità, secondo i pm, sarebbe stata il prezzo della corruzione a Gatto, funzionario del Provveditorato con il ruolo di presidente della commissione di gara e responsabile unico del procedimento per i lavori al palazzo di giustizia di Pavia.
A essere favorita, sempre per l’accusa, sarebbe stata la ditta “Appiani di Secondino Calisti”. Una ditta che però, secondo la difesa, non avrebbe lavorato in Tribunale. Secondo gli atti dell’accusa, invece, l’intervento eseguito dalla ditta di Calisti a Garbagnate avrebbe riguardato un attico comprato dal funzionario Gatto, su cui dovevano essere eseguite alcune verifiche statiche e alcuni interventi, compreso lo smaltimento dei materiali edili prodotti.
la caserma di Milano
L’ingegnere Marabelli, invece, viene tirato in ballo sempre per corruzione in relazione a una tangente che sarebbe stata pagata all’ex provveditore Errichiello nel 2014 per la realizzazione della caserma “Montebello” di Milano. Marabelli, secondo l’accusa, sarebbe stato il tramite della tangente al funzionario, a cui era legato da rapporti professionali. Tangente pagata dall’impresa che doveva eseguire i lavori, la Socostramo di Ottaviano Cinque (anche lui indagato). Una ricostruzione che la difesa di Marabelli, rappresentata dall’avvocato Franz Sarno, ha già contestato con una memoria, il cui contenuto sarà ribadito nell’udienza del 17 settembre.