Il dolore della zia: «La casa di Eitan è qui: lo hanno rapito come fanno i criminali»
Aya Biran in lacrime: «Il nonno ha già avuto guai per maltrattamenti in famiglia. E non hanno le sue cartelle mediche»
«Eitan in Israele è in pericolo, deve essere riportato in Italia come disposto dal tribunale dei minori. Pavia è la sua casa l’hanno rapito come criminali».
Aya Biran è in piedi davanti all’ingresso della sua villa alla frazione Rotta di Travacò. E’ un medico di origine israeliana e abita lì con il marito, con le due figlie e, dallo scorso mese di giugno, anche con il nipotino Eitan, 6 anni, di cui è anche tutore. Il piccolo è figlio del fratello della donna, Amit, morto con la moglie e l’altro figlio, Tom, nella tragedia della funivia del Mottarone lo scorso 23 maggio.
Al suo fianco ci sono l’avvocato Barbara Bertoni, pro tutore del piccolo, e l’avvocato Armando Simbari che segue la vicenda penale. La zia ha gli occhi rossi e gonfi per la stanchezza (ha passato tutta la notte in questura dove ha formalizzato la denuncia) e il dolore.
«La sua casa è qui»
«Eitan è pavese – spiega – È cittadino italiano e deve ritornare a casa nostra. E’ arrivato a Pavia quando aveva un mese e diciotto giorni e le sue radici sono qui. Nella cameretta ci sono i libri di scuola, avrebbe dovuto iniziare la prima elementare dalle Canossiane, e tutti i suoi giochi. Eitan mi è stato affidato dal tribunale dei minori di Pavia dallo scorso mese di giugno quando è ritornato a casa dall’ospedale di Torino dopo il terribile incidente sulla funivia. E’ stato seguito da diversi medici e nell’ultimo periodo ha avuto un notevole miglioramento. Attualmente era curato da un fisiatra e da un fisioterapista per il recupero fisico e, tra l’altro, proprio in questi giorni si sarebbe dovuto sottoporre a visite di controllo a Pavia e a Torino. Siamo molto preoccupati perché i miei colleghi israeliani non hanno nemmeno la copia della cartella clinica e non sono in grado di valutare bene le sue condizioni».
Il blitz del nonno
La donna ha poi raccontato le fasi della visita-rapimento da parte del nonno materno Shmulik Peleg, 58enne.
«Eitan già altre volte aveva passato giornate intere con i parenti materni – continua la zia – e non c’erano stati problemi anche se loro rivendicavano la tutela del piccolo. Per sabato avevamo concordato la visita del nonno, con il parere favorevole del tribunale, dalla mattina sino alle 18.30 del pomeriggio. Il nonno è passato a prenderlo alle undici e mezza del mattino e ha detto che sarebbero andati a comperare i giocattoli. Eitan è uscito di casa con maglietta e calzoncini estivi e con girello che lo aiutava a camminare. Ha promesso a un delle sue cuginette che avrebbe portato dei giochi anche a lei. E’ stato l’ultima volta che l’abbiamo visto. Siamo molto preoccupati perchè il nonno aveva avuto problemi con la giustizia per maltrattamenti alla prima moglie. Come potrebbe vivere Eitan con persone simili? Domanda a cui non trovo risposta. Spero che le autorità italiano si diano da fare per far rispettare un provvedimento del tribunale che mi aveva affidato Eitan. Noi lo vogliamo riabbracciare il più presto possibile».