Aya è già in Israele: «Porto a casa Eitan»
La zia pavese, che ha la tutela del bimbo, è atterrata domenica mattina a Tel Aviv e ha già rilasciato una deposizione alla polizia
PAVIA. Aya Biran, la zia paterna affidataria di Eitan 6 anni unico superstite della strage del Mottarone, è arrivata in Israele «per riportare a casa il bambino». Dribblando i riflettori, come aveva annunciato, la 41enne dottoressa di Travacò ora è nel suo paese d’origine. Ha già rilasciato una deposizione alla polizia israeliana ed è attesa il 23 dalla prima udienza per l’istanza di affidamento avanzata di fronte al tribunale di Tel Aviv.
L’obiettivo dichiarato infatti è quello di riportare nella villetta di Travacò Siccomario suo nipote Eitan, portato via dal nonno materno Shmuel Peleg sabato scorso. «Ci aspettiamo che la giustizia persegua il nonno rapitore e che Israele garantisca il diritto di riportare Eitan in Italia» rilanciano intanto i legali isrealiani di Aya.
Aya preoccupata
Ieri Aya Biran ha poi affidato i suoi primi pensieri da Israele ai suoi portavoce, in particolare due avvocati israeliani. «L'arrivo in Israele - fanno sapere i portavoce di Aya Biran - è avvenuto a seguito del rapimento illegale di Eitan sul quale in Italia è stata avviata una indagine penale nei confronti dei rapitori. Aya è turbata dalle informazioni circa lo stato psicologico e mentale di Eitan e di quanto viene compiuto dai suoi rapitori nel periodo tra le loro mani. La casa di Eitan è in Italia. Deve rientrare senza ritardi affinché possa proseguire i suoi studi in prima elementare che aveva iniziato una settimana prima del rapimento e che aspettava con ansia e a cui si era preparato molto. E che possa proseguire le cure di riabilitazione e di sostegno mentale in corso, interrotte a causa del rapimento. I suoi zii, i nonni in Israele e le cugine, Eitan sorelle, i suoi compagni di studio, l'equipe medica e la Comunità ebraica aspettano il ritorno del piccolo Eitan alla routine e alla stabilità, così importanti dopo il disastro».
L’attesa a pavia
Ad aspettare Eitan a Travacò ci sono anche lo zio Or Nirko, marito di Aya, e le due figle della coppia bambine che hanno circa la stessa età di Eitan e frequentano la stessa scuola. Infatti ad attendere Eitan ci sono anche i compagni di scuola dell’istituto della Canossiane di Pavia, dove Eitan ha frequentato la materna e dove avrebbe dovuto iniziare lunedì scorso la prima elementare. Primo giorno di scuola che non c’è stato perché sabato 11 Eitan è stato prelevato per una visita concordata dal nonno materno Shmuel Peleg, ex militare israeliano, e poi portato con un jet privato a Tel Aviv. Un rapimento secondo la procura di Pavia che ha messo sotto indagine tre persone: Shmuel Peleg, la ex moglie e nonna di Eitan ed un 50enne israeliano che sarebbe stato alla guida dell’auto a noleggio con cui Eitan è stato portato da Travacò a Lugano dove ad attenderli c’era un jet privato.
I dissidi tra i due rami della famiglia di Eitan sono diventati pubblici a metà di agosto. La famiglia Peleg, i parenti della madre Tal tra le 14 vittime della funivia del Mottarone, hanno accusato i pavesi Biran di tenere «in ostaggio il bambino contro la sua volontà». E già ad agosto avevano detto che Eitan «sarebbe dovuto tornare in Israele per crescere». Un piano diventato realtà con il rapimento di sabato scorso. Una vicenda ancora tutta da chiarire nei tribunale israeliani ed italiani.