Maga: “La terza dose diventerà necessaria per tutti”
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Il virologo del Cnr di Pavia: «Con la variante Delta il tasso di reinfezione tra i vaccinati sta diventando rilevante. Ora pensiamo ai fragili, ma entro il prossimo anno dovremo farla tutti»
PAVIA. «Da qui alla fine del 2022 una terza dose di vaccino anti-Covid dovremo farla tutti». Mentre da oggi, negli ospedali della provincia di Pavia, si inizia a vaccinare per la terza volta i più fragili, il virologo Giovanni Maga, direttore del Cnr di Pavia, lancia una previsione che sottintende la necessità di dover “coabitare” con il virus ancora a lungo. Un po’ come accade per l’influenza, si tratterebbe di estendere la terza dose anche agli altri, «ma seguendo una scala delle priorità», avverte Maga.
Professore quindi non dovrebbe essere considerata trattamento “eccezionale”.
«La terza dose offre un potenziamento notevole dell’effetto del vaccino: più prolungato, non semplicemente additivo. Penso che si debba fare. Al momento, sulla base degli elementi che abbiamo, è chiaro che occorra pensare a chi sopporta un rischio più elevato. Parlo delle persone con sistema immunitario debole».
I fragili.
«Esatto. Sono stati vaccinati nella prima fase, circa 9 mesi fa, quindi possono presentare una riduzione significativa della protezione immunitaria».
Quanto cala nel tempo la protezione garantita dal vaccino?
«Non abbiamo dati che ci possano dire numericamente di quanto. Quello che vediamo è che, con la predominanza della variante Delta, c’è un tasso di reinfezione della popolazione vaccinata che sta diventando rilevante. Ciò suggerisce una perdita di copertura immunitaria dopo qualche mese. È un processo graduale: se l’organismo non è più sollecitato abbassa le difese».
Grazie alle due dosi di vaccino tutte le persone hanno la possibilità di reagire al virus con la stessa forza?
«No, la reazione è più debole per anziani e immunodepressi. Per questo la Food and Drug Administration (Fda) ha ritenuto che la terza dose debba essere somministrata loro».
Significa che non è necessario farla a tutti, ma solo ad alcune categorie?
«Non abbiamo ancora certezze. Personalmente ritengo che non sia improbabile che in un certo momento si debba ripetere la vaccinazione. Ce lo diranno i numeri sulle persone vaccinate, quelle che non rientrano tra i fragili. Vedremo quante si riammaleranno».
E gli studi in corso? Cosa dicono?
«Le ricerche che si stanno facendo sulla la durata della copertura immunitaria ci potrebbero indicare quando fare la terza dose. Alcuni Paesi già la stanno facendo, altri, più conservativi, la stanno proponendo ad alcune fasce della popolazione».
Cosa pensa dei sanitari? Dovrebbero fare la terza iniezione?
«Le decisioni vanno prese in base ai dati, e non sono ancora certissimi. Empiricamente si può vedere che anche tra gli operatori sanitari il fenomeno della reinfezione sta diventando importante. Ritengo che, essendo una categoria particolarmente a rischio, dovrebbe fare la terza dose non oltre i nove mesi dal completamento del primo ciclo. Dobbiamo considerare due elemene».
Quali?
«Sappiamo che un vaccino non copre al 100% e che le persone rispondono in maniera variabile. Bisogna capire se la difesa media che ciascuno di noi ha sia in grado di evitare contagi. Fino ad ora è stato così, ma ci sono alcune categorie che iniziano a mostrare penetrazione del virus. In secondo luogo non tutti i vaccini danno protezione per tutta la vita: è cosa normale vaccinarsi regolarmente».
Quindi cosa propone?
«Si impone una scala di priorità: in primo luogo completare le vaccinazioni per tutti; poi prevedere un richiamo per le categorie a rischio, dando la precedenza a fragili e sanitari; infine fare gli ulteriori richiami alle altre persone».