Volontariato in lutto: addio a Piero Tana, fondatore dell’Agal
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Ha aiutato centinaia di famiglie con i figli ricoverati a Pavia. I funerali al Sacro Cuore
PAVIA. Saranno celebrati martedì 21 settembre alle 11 nella chiesa del Sacro Cuore i funerali di Piero Tana, l'anima dell'Agal di Pavia insieme alla moglie Clara Baggi, che ne è la presidente.
Lo storico volontario, che aveva 76 anni, si è spento domenica, a causa dell'aggravarsi repentino di un male contro cui combatteva coraggiosamente da quattro anni.
Tana era laureato in scienze politiche, con alle spalle una lunga militanza da dirigente in Ibm e al raggiungimento della pensione aveva scelto di affiancare la moglie Clara nell'Agal, associazione che assiste le famigle dei bambini malati di leucemia. Era il 2005 quando i due avevano dato disponibilità a gettarsi anima e corpo nella grande avventura di un'associazione che stava vivendo un periodo di transizione.
Piero Tana era una figura che amava operare restando nelle retrovie, senza guadagnare la scena, ma la cui presenza era importantissima per l'associazione che si occupa da anni dell'assistenza alle famiglie e ai bimbi affetti da leucemia. L'esperienza maturata in una vita di lavoro e la competenza acquisita lo rendevano indispensabile nella stesura dei progetti e nel portare avanti tutto l'aspetto organizzativo dell'Agal. Una spalla indispensabile per Clara.
Sua è ad esempio una buona fetta di merito nell'acquisizione della struttura diventata poi Casa Mirabello, dove l'Agal negli ultimi 5 anni ha accolto gratuitamente - insieme agli altri alloggi che gestisce a Pavia e in provincia - circa 700 persone, tra bambini, malati e familiari. Molto più di una casa, ma anche la possibilità di usufruire di servizi preziosi come il trasporto da e per l’ospedale, gestito dai volontari, il sostegno psicologico e, quando necessario, anche un sostegno economico.
Piero e Clara affrontavano insieme ogni difficoltà dell'associazione, che negli anni era cresciuta moltissimo grazie all'impegno loro e degli altri volontari. Erano sempre insieme, uniti nel volontariato ma in perfetta armonia anche nella vita, impegnati con le due figlie e i due nipotini che avevano portato tanta gioia nella loro esistenza. Negli ultimi tempi non avevano nascosto la preoccupazione per le difficoltà economiche dovute al Covid, che aveva limitato di molto le donazioni arrivate nelle casse dell'associazione che, come detto, non ha alcuna tariffa fissa per l'ospitalità ma che si limita a vivere di eventuali offerte provenienti dalle famiglie oppure da privati o dai progetti presentati per avere finanziamenti.
Da poco avevano ripreso le attività anche a Casa Mirabello e proprio Piero, le cui condizioni di salute sembravano discrete, era carico e pieno di progetti. Era un vulcano di idee, una persona dal cuore buono e generoso, che spesso non dormiva alla notte pur di risolvere qualche problema e semplificare la vita ai bambini malati e alle loro famiglie.
L'ultima battaglia l'ha combattuta contro la malattia. E anche in questo caso non gli è mancata la forza, a chi conosceva la sua situazione di salute soleva dire: «Dico sempre ai bambini di lottare con coraggio, ora tocca a me dare il buon esempio». E quel sorriso dolce non si è spento neppure durante questi quattro anni impegnativi, in cui finchè ha potuto ha comunque anteposto i problemi dei bimbi ai suoi.
Daniela Scherrer