In piazza Meardi ricordando Youns: «Torneremo qui una volta al mese»
VOGHERA. «Chiedo giustizia per mio fratello Youns. Ogni mese faremo un presidio in piazza Meardi per evitare che questo caso possa essere insabbiato». Tra le lacrime, ma anche urlando a gran voce per far capire alla città di Voghera tutta la sua rabbia, Bahija El Boussettaoui, sorella del marocchino ucciso a luglio dall'ex assessore Massimo Adriatici, vuole evitare che la morte di Youns possa finire nel dimenticatoio.
Una cinquantina di persone si sono trovate sabato pomeriggio in piazza Meardi per chiedere “Giustizia per Youns”, piazza teatro della sparatoria avvenuta il 20 luglio scorso in cui perse la vita il marocchino 39enne Youns El Boussettaoui dopo una colluttazione con l'ex assessore alla sicurezza. Era un'afosa serata di metà estate quando Youns sferrò un sinistro al volto dell'assessore che, cadendo a terra, con la pistola regolarmente detenuta, sparò un colpo al petto al 39enne che morì poche ore dopo all'ospedale di Voghera. Per questo motivo Adriatici si trova ora agli arresti domiciliari: è accusato di eccesso colposo di legittima difesa (un reato che prevede una pena inferiore ai sei anni di reclusione). Adriatici non può stare ai domiciliari più di tre mesi e pertanto il provvedimento scadrà il 20 ottobre quando potrebbe tornare in libertà. Il 25 luglio scorso in piazza Meardi un migliaio di persone, in particolare extracomunitari, manifestarono contro l'assessore e l'amministrazione vogherese. Sabato pomeriggio c'è stato un nuovo presidio nel punto esatto in cui avvenne la colluttazione.
«Ogni mese torneremo qui»
«Ogni mese ci ritroveremo qui - grida la sorella di Youns - . Avete ammazzato mio fratello, ho diritto di urlare e di manifestare anche se non ci autorizzano. Andremo davanti alla procura e se non basterà andremo fino a Roma perchè non ci fate paura». E ancora: «Ci sono più forze dell'ordine che manifestanti: vogheresi di cosa avete paura?». Poi con l'aiuto di Gianpietro Santamaria, coordinatore cittadino di “Buona Destra”, che di fatto è stato l'artefice di questa manifestazione, vengono sistemati alcuni striscioni tra cui una gigantografia che ritrae la sindaca Paola Garlaschelli. In uno campeggia la scritta “Adriatici assassino”, nell'altro “Garlaschelli dimettiti”. E ancora “Un pugno di un malato contro lo sparo dell'assessorato” e “Papà doveva essere aiutato e non ammazzato”.
Un presidio di circa mezz'ora, poi un corteo lungo la via Emilia, che ha raggiunto piazza del Duomo a ridosso di Palazzo Gounela. Quindi il ritorno in piazza Meardi e un nuovo sfogo della sorella.
La rabbia di Bahija
«Abbiamo chiesto i filmati delle telecamere ma non ci sono stati consegnati, spiegandoci che una telecamera non riprendeva quel punto e un'altra non funzionava. Stanno cercando di insabbiare il caso - accusa Bahija El Boussettaoui - perchè è un assessore leghista che ha ricevuto anche gli applausi della Lega e del suo leader, di Salvini che crea odio e razzismo». La sorella di Youns se la prende poi con la sindaca Garlaschelli: «Non ha neppure avuto il coraggio di mandare un telegramma o di chiamarci per farci le condoglianze».
Si dice soddisfatto dell'esito dell'incontro Gianpietro Santamaria, sempre in prima fila: «Abbiamo ottenuto il risultato sperato e abbiamo ricevuto la testimonianza affettuosa di molti amici. Voghera è stata un po' intimidita, ma ringraziamo chi ha partecipato a partire dalla consigliera del Pd Ilaria Balduzzi. Sono convinto che la maggioranza silenziosa dei vogheresi sia con noi anche se non ha partecipato fisicamente a questo evento. Perchè Voghera non è una città razzista». —