La Germania alle urne: testa a testa tra Spd e Cdu. Scholz: “Con queste proiezioni il mandato è molto chiaro”. Laschet: “No al governo guidato dalla sinistra”
Sfida ancora aperta tra socialdemocratici e cristianodemocratici, che perdono 9 punti dall’ultima tornata elettorale. Laschet (Cdu): «Non soddisfatti del risultato». L’ultradestra di Afd ferma al 10%. La sinistra di Linke potrebbe non superare lo sbarramento
Urne chiuse per decidere il futuro della Germania dopo 16 anni di cancellierato retto da Angela Merkel. Secondo le prime proiezioni, i socialisti di Spd sarebbero avanti con il 25,9%, tallonati dalla Cdu col 24,5% secondo la televisione pubblica Zdf. Rispetto a quattro anni fa i cristianodemocratici avrebbero perso 9 punti percentuali. «Una perdita amara», ha commentato il segretario generale della Cdu Paul Zemiak.
ZDF-Hochrechnung zur Bundestagswahl.
— ZDF (@ZDF) September 26, 2021
(Stand 20:13 Uhr)#btw21 pic.twitter.com/snPlWbg82n
I Verdi sarebbero 14,1%, quasi sei punti in più di quattro anni fa. I liberali dell'Fdp al 11,7%. L’ultradestra di Afd si attesterebbe intorno al 10% e la sinistra di Linke al 5%: quattro punti in meno rispetto all’ultima tornata. Si tratta di un risultato che potrebbe non garantire l’ingresso nel Bundestag, qualora fosse rivisto dalle successive proiezioni. Per la formazione di destra si tratta di un calo di circa due punti.
I seggi
Se le proiezioni fossero confermate, i socialdemocratici otterrebbero 211 seggi. Subito dietro i cristianodemocratici con 202 seggi. Poi i verdi, con 121. Sotto la soglia dei cento scranni i liberali di Fdp, a quota 96. Poi l’ultradestra di Afd a 85. Ultima a rischio sbarramento Linke: 41 i seggi che spettano alla formazione, se il 5% delle proiezioni venisse confermato.
Le coalizioni possibili
L’emittente Zdf ha ricostruito le probabili intese alla luce delle prime proiezioni:
Quattro le opzioni in campo per avere la maggioranza. La prima vedrebbe i socialdemocratici di Spd alleati con i Verdi e i liberali di Fdp (428 seggi). La seconda potrebbe essere formata dai seggi di Spd e dei cristianodemocratici (413 seggi), sufficienti per avere la maggioranza. Una terza opzione vedrebbe l’intesa tra la sinistra di Linke, i Verdi e Spd (373 seggi, la più improbabile). L’ultimo scenario possibile è quello di un’alleanza tra Cdu, Verdi e liberali di Fdp (419 seggi). Nessuna formazione sembra disposta al momento a una coalizione con Afd.
Le trattative
Le contrattazioni tra i partiti saranno lunghe. Gli analisti prevedono negoziati fino alla fine dell'anno. L'effetto più probabile è che Angela Merkel occuperà ancora per diversi mesi l’ufficio nella cancelleria berlinese.
Le differenze programmatiche tra Verdi e liberali di Fdp sono notevoli (tanto che un tentativo analogo di coalizione fallì già nel 2017). Tutti i principali protagonisti stanno piazzando i primi pezzi sulla scacchiera delle trattative. Dopo il leader di Fdp Lindner, è Scholz a dire che le trattative devono partire «al piu' presto». «Non deve succedere come quattro anni fa, quando e' fallita la formazione del governo». E’ un messaggio a Lindner: fu lui a far saltare la coalizione coi Verdi, contribuendo alla formazione di una Grosse Koalition, cioè il governo di larghe intese tra socialisti e cristianodemocratici risultato delle elezioni del 2017.
«Non sempre è il partito più votato a esprimere il cancelliere» ha dichiarato Armin Laschet, il leader cristianodemocrato. Un modo per ribadire che la partita per il cancellierato non è ancora chiusa, nonostante il risultato elettorale di Cdu-Csu. «Chi diventa cancelliere in Germania deve riuscire a mettere insieme diverse parti del Bundestag». Il politico auspica una coalizione formata da Cdu con i Verdi e i liberali dell'Fdp. Osteggiata al momento la possibilità di un’intesa con Spd.
Per formare il Merkel IV ci vollero sei mesi.
Determinante il voto per posta
A decidere le sorti dell’elezione potrebbe essere il voto per posta. Secondo gli esperti, ha votato per corrispondenza almeno il 40% degli aventi diritto. Nel 2017 la percentuale si è fermata al 29%. Un record assoluto dalla sua introduzione nel 1957. Storicamente, lo strumento è utilizzato in larga parte dall’elettorato di sinistra. Deutsche Post, la compagnia postale tedesca, si è preparata a smistare una quota pari al 60% del totale dei voti.
Per utilizzare il servizio i tedeschi devono compilare la scheda elettorale, sigillarla nella busta blu che poi va inserita nella tradizionale busta rossa, insieme alla dichiarazione firmata al posto del giuramento. I voti per posta devono arrivare entro le 18 dell'Election Day, ovvero entro la chiusura dei seggi.
Le dichiarazioni a caldo
Nonostante il poco distacco delle proiezioni, il candidato socialdemocratico considera la vittoria già in tasca: «Sono soddisfatto che i cittadini di questo Paese abbiano votato nel modo in cui hanno fatto. La gente vuole il cambiamento, la maggioranza degli elettori vuole che il prossimo cancelliere si chiami Olaf Scholz». Soddisfatti anche la leader dei Verdi Annalena Baerbock. La sua formazione ha guardagnato quasi sei punti dall’ultima tornata: «Numeri fantastici. Abbiamo un mandato per il futuro, Ora è necessario un governo per il clima».
Dura la posizione del candidato cancelliere Cdu Armin Laschet: «Ogni voto per l’Unione è contro un governo guidato dalla sinistra. Faremo tutto il necessario per formare un governo federale a guida cristianodemocratica». Una sponda alla Cdu arriva dai liberali di Fdp: «Vogliamo essere parte del governo, siamo pronti per i colloqui», ha dichiarato Wolfgang Kubicki, vicepresidente della formazione. «L’ovvia preferenza è per una coalizione con Cdu e Verdi, ma il partito è aperto anche ad altre opzioni».
Ultradestra in calo ma il risultato è a due cifre
Secondo il candidato di punta di Afd quello delle urne è comunque un «risultato solido». Dall’ultima tornata la formazione ha perso poco più di due punti. Secondo il deputato Goetz Froemming, a fare da volano al partito per le elezioni del 2017 è stata la crisi migratoria del 2015, fenomeno oggetto di una martellante campagna elettorale da parte del partito. Ma la questione migrante ha giocato un ruolo più marginale nel corso del dibattito politico contemporaneo. Pesano anche le divisioni interne in merito alla gestione della pandemia e agli obblighi connessi al Green Pass. Tema dibattuto tra gli esponenti nonostante la netta presa di posizione della leader Alice Weidel, che l’ha definito «Un obbligo di vaccino che rientra dalla finestra». «Io non sono vaccinata», ha urlato al comizio finale di Berlino lunedì scorso».
Il drenaggio di voti
Secondo quanto riportato dal quotidiano Die Welt, rispetto al 2017 la Cdu ha “ceduto” 1,4 milioni di elettori alla Spd. Un altro milione sarebbe stato attratto dai Verdi e 340mila dai liberali di Fdp. L’aumento di voti della Spd arriva non solo dal blocco conservatore ma anche dalla sinistra radicale di Die Linke, che avrebbe ceduto ai socialdemocratici circa 600mila voti, secondo i calcoli della testata.
Tuttavia si tratta di un’elezione ancora difficile da prevedere: «Credo che il risultato sia aperto fino all’ultimo momento: un’elezione difficile da prevedere anche quando arriveranno i primi dati», ha detto Christiane Liermann, Segretaria generale del Centro italo-tedesco per il dialogo europeo: «Sarà un salto nel buio».
Nella Capitale seggi aperti dopo le 18
A causa delle lunghe code e della mancaza di schede, gli elettori di Berlino ancora in fila potranno votare anche dopo la chiusura dei seggi.
I sondaggi
Quella di oggi è una sfida tra i socialdemocratici guidati dal vicecancelliere e ministro delle Finanze Olaf Scholz (Spd) e i cristiano democratici di Armin Laschet, governatore del Land di Renania Settentrionale-Vestfalia. Stando agli ultimi due sondaggi, la distanza tra Spd e Cdu/Csu si riduce ad una forbice che va da tre ad un solo punto. Per il rilevamento Forsa, i socialdemocratici rimangono stabili al 25% dei consensi contro il 22% dell'unione conservatrice, con i Verdi di Annalena Baerbock che seguono al 17% e i liberali al 12%.
Quattro anni fa
Alle scorse elezioni i conservatori a guida Merkel conquistano il 32,9% dei voti, la Spd il 20,5%. Il partito di ultradestra Afd entra per la prima volta nel Bundestag con il 12,6% diventando la forza di opposizione più forte. Il partito liberale tedesco Fdp totalizza il 10,7%, mentre la formazione di sinistra Linke arriva al 9,2%, poco più dei Verdi con l’8,9%.
La partecipazione al voto
L'affluenza registrata alle 14 è stata del 36,5% come riferito dalla Commissione elettorale federale. Il dato non comprende il voto postale, secondo le stime più utilizzato rispetto alle tornate elettorali precedenti. La stessa Commissione calcola che almeno il 40% degli aventi diritto abbia scelto di votare per posta. Quattro anni fa era solo il 28,6%. E’ possibile che il dato finale sull’affluenza superi quello di quattro anni fa: il 76,3%.
Nel 2017 la partecipazione al voto è stata del 41,1% alle 14. Come spiega il direttore della commissione elettorale, Georg Thiel, «l’affluenza registrata fino ad adesso è sotto il livello delle ultime elezioni. Ma questo era nelle attese, dato che riteniamo che vi sia una percentuale molto piu' alta di elettori che hanno fatto ricorso al voto postale».