I testimoni: «Adriatici ha sparato da terra»: Ma il racconto in tribunale divide i legali
VOGHERA. L’ex assessore comunale leghista Massimo Adriatici era a terra, davanti al bar Ligure, quando ha esploso il colpo di pistola che ha ucciso il 39enne Youns El Boussettaoui. E da sdraiato «ha alzato il braccio e ha sparato». Le circostanze sulla dinamica del ferimento mortale sono state confermate da entrambi i testimoni di origine magrebina, presenti davanti al bar la sera del 20 luglio, sentiti ieri mattina in tribunale a Pavia con lo strumento dell’incidente probatorio. In sostanza i loro racconti sono stati “congelati” in vista del processo, trattandosi di persone senza una residenza fissa.
Alla presenza dello stesso indagato, che ha deciso di partecipare all’udienza davanti alla giudice Maria Cristina Lapi e alla presenza del pm Roberto Valli, i testimoni hanno dato versioni concordanti, con qualche diversa sfumatura, su due aspetti chiave nella ricostruzione della dinamica: il momento dello sparo, rimasto fuori dalla visuale della telecamera di corso XXVII Marco, e la posizione di vittima e sparatore. Versioni concordi, dunque, anche nel non sapere precisare il momento in cui è comparsa la pistola in mano ad Adriatici, ma che portano gli avvocati della difesa dell’ex assessore e i legali dei parenti della vittima a conclusioni opposte.
«E’ stato omicidio volontario»
Per Marco Romagnoli e Debora Piazza, avvocati dei familiari di Youns, ciò che è accaduto quella sera di luglio in piazza Maeardi «è stato senza dubbio un omicidio volontario». E non solo perché «Adriatici ha scientemente impugnato una pistola», ma anche per le circostanze in cui è avvenuto il fatto, «a poca distanza da un bar pieno di clienti, dove erano possibili vie di fuga».
Gli avvocati respingono dunque l’ipotesi della legittima difesa, «perché anche nel caso di un’aggressione il colpo mortale non era certo l’unica possibilità, visto che Youns era disarmato». Per questo, insistono i legali, che hanno annunciato che depositeranno una memoria in procura nei prossimi giorni, «è opportuno che il capo di imputazione venga modificato».
«Colpo durante aggressione»
Per gli avvocati della difesa, Gabriele Pipicelli e Colette Gazzaniga, che hanno fatto da scudo al loro assistito proteggendolo dall’assalto dei cronisti, la deposizione dei testimoni conferma che «lo sparo è avvenuto mentre era in corso un’aggressione». Adriatici, insistono i legali, «ha sparato mentre era a terra e mentre quell’uomo lo stava ancora aggredendo. Tanto che uno dei testimoni ha detto che Youns era sopra Adriatici, quasi in parallelo».
Gli avvocati sottolineano in particolare il passaggio del testimone che, sentito prima dai carabinieri e poi dai legali di Youns, aveva detto: «Adriatici ha sparato a sangue freddo». Ieri mattina la versione non è stata confermata. Alla domanda del giudice («Le sembrava una persona fredda»?) il testimone ha risposto: «No, era una persona che si stava difendendo».