Appello alla Rsa di Cava: «Voglio vedere mia madre per più di 45 minuti»
Quarantacinque minuti di visita, due volte la settimana. Fa discutere la mail inviata dalla direzione della Rsa Arcobaleno di Cava Manara ai familiari degli ospiti della struttura. Parenti che già hanno dovuto rinunciare per lungo tempo a vedere genitori e nonni, a causa del lockdown, e che ora hanno voglia di poter tornare ad abbracciarli, senza dover continuamente guardare l'orologio e contare i minuti. Come Anna Maria, che nella Rsa ha la mamma di 89 anni -affetta da demenza senile- e che ha scritto al nostro quotidiano lanciando un appello: «Aiutatemi, voglio condividere più tempo con mia madre».
Anna Maria è molto chiara in proposito. Le sue parole vogliono solo essere una richiesta di aiuto. Nessuna mancanza di rispetto, nessuna provocazione. «Mamma ha fatto due dosi di vaccino e io -che nella prima ondata ho preso il Covid- ora sono munita di green pass. Da due anni, causa epidemia, ho potuto viverla poco e ora constato il suo continuo peggioramento e lo stato di chiusura al mondo. Non è colpa di nessuno, gli operatori fanno tutto ciò che possono, ma per gli anziani è fondamentale poter vedere i figli, i nipoti. Noi siamo cinque figli e quindi, dovendo turnare per le visite, potrei andare a trovare la mamma poco più di una volta al mese. Troppo poco. Io l'ho sempre avuta in casa con me, sono la "piccola" della famiglia e tra noi c'è sempre stato un rapporto speciale. Abbiamo bisogno di stare insieme. Anche se per me è un sacrificio, perché abito lontano, a Tavazzano nel Lodigiano». La preoccupazione di Anna Maria, peraltro, è condivisa da altri familiari. Hanno anche pensato a una raccolta firme. Vogliono convincere la direzione ad ammorbidire le direttive regionali.
Il direttore sanitario della Rsa, Antonio Dal Canton, ammette di avere avuto proprio ieri un incontro con i rappresentanti dei parenti. «Capisco bene la loro tristezza -spiega- già è difficile per un anziano non poter più abitare a casa propria, figuriamoci rinunciare ad abbracciare figli e nipoti. Ma noi abbiamo applicato le direttive regionali, purtroppo il Covid può essere sconfitto definitivamente solo limitando il contatto fisico. La vaccinazione rende meno probabile il contagio, ma non lo impedisce. Dobbiamo essere rigorosi, anche perché proprio questa attenzione estrema ci ha protetti durante l'epidemia dal dilagare di episodi che ha contraddistinto altre strutture. Noi dobbiamo tutelare tante figure: non solo ospiti e parenti, ma anche il nostro personale e la comunità di Cava».
Dal Canton aggiunge anzi che la linea dell'Arcobaleno è stata già più morbida del previsto: «In realtà solo un familiare per volta potrebbe far visita all'anziano. Noi ne accettiamo due contemporaneamente. E consentiamo anche una sorta di cambio turno, nel senso che a un certo punto due persone possono uscire lasciandone entrare altre due. Di più proprio non possiamo fare». Ma Dal Canton si congeda con una promessa: «Se avremo tanti familiari che chiederanno una terza possibilità di visita nella settimana, cercheremo di accontentarli».Daniela Scherrer