Fratelli d’Italia avverte il centrodestra: «In provincia serve un cambio di rotta»
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Amministratori locali e militanti guardano alle elezioni e chiedono più spazio in una zona “colonizzata” dalla Lega
il caso
PAVIA. Fratelli d’Italia cerca spazio ai tavoli delle decisioni. Lo fa con una lettera firmata da amministratori locali e militanti, ma non dal segretario provinciale, Claudio Mangiarotti né da quella cittadina, Paola Chiesa. Una sollecitazione che arriva a ridosso del voto per la Provincia.
Solo sindaci
In corsa per la poltrona oggi occupata da Vittorio Poma, potranno essere solo sindaci, perché così prevede la legge Del Rio. E i sindaci di Fratelli d’Italia, in provincia, si contano sulle dita di una mano. Vi sono, tuttavia, i tanti simpatizzanti di un movimento in crescita che, alle recenti comunali, si sono candidati in liste civiche. La lettera è firmata da Vittorio Pesato, Nicola Niutta (presidente del Consiglio comunale di Pavia), Andrea Di Pietro, Paolo Gaetani, Mirella D’Amario, Maurizio Niutta e da due “indipendenti”: Niccolò Fraschini, consigliere comunale eletto a Pavia con la lista Pavia Prima e Renzo Cavioni, storico ex socialista da tempo vicino alle istanze di centrodestra.
Discontinuità
Nella lettera, gli iscritti a Fratelli d’Italia rivolgono la loro attenzione alle prossime provinciali «ove saranno chiamati al voto solo gli amministratori locali eletti. Tra questi molti sindaci e consiglieri per lo più in rappresentanza di liste civiche che, nel corso degli ultimi anni hanno lamentato una tendenza all’isolamento che non ha certamente facilitato il loro compito anche, e soprattutto, in un momento di moltiplicazione dei bisogni e difficoltà nel recuperare risorse necessarie ad affrontarli».
Per questo i firmatari della lettera reputano che serva «un forte cenno di discontinuità da esprimere proprio a livello provinciale».
Le strategie
Nella lettera si scandiscono anche alcune priorità: «Si pensi alla doverosa assistenza alle attività produttive, alla valorizzazione del nostro territorio anche sotto l’aspetto dell’attrattività residenziale e turistica, all’infrastrutturazione anche viabilistica, alla tutela dell’ambiente correlata pure ad un rilancio dell’agricoltura di qualità.E ancora ai temi della sicurezza e della solidarietà sociale che in un ambito territoriale ampio possono trovare momenti di migliore organizzazione».
Evidenziati i parametri negativi della provincia di Pavia, i firmatari concludono: «In questa situazione non solo i nostri concittadini hanno perso occasioni e possibilità di realizzare le proprie aspirazioni sul territorio, ma anche a livello gestionale e direzionale abbiamo ceduto il passo a tutti coloro i quali ritengono di insegnarci “il come si fa”, con una mortificazione inaccettabile delle migliori professionalità».
Nelle prossime settimane si comprenderà quale potrà essere il «forte cenno di discontinuità» su un territorio come quello provinciale che, al 90 per cento, è colonizzato dalla Lega. —
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