Al lavoro solo con il Green pass: le aziende pavesi si preparano così
A Pavia Riso Scotti potenzia i controlli sui camion in arrivo. La Sit-Saviola di Mortara attiva una task force agli ingressi
PAVIA. Da domani, venerdì 15 ottobre, entra in vigore l’obbligo di Green pass per accedere al posto di lavoro e le aziende sono pronte ad avviare i controlli sia sui dipendenti che sugli esterni, fornitori, consulenti o rappresentanti, agli ingressi. Chi è vaccinato deve aver scaricato il Green pass dal sito del ministero della salute, chi non è vaccinato lo può ottenere dopo aver fatto un tampone che, però, deve essere ripetuto ogni 48 ore. Il controllo del certificato per i dipendenti può essere fatto all’ingresso o durante l’orario di lavoro (su un campione che deve essere almeno del 20% del personale), mentre per gli esterni deve essere fatto al momento dell’accesso.
Qui Riso Scotti
«I due anni abbiamo messo a punto procedure che ormai sono ben rodate – spiegano alla Riso Scotti di Pavia, azienda con 300 dipendenti nel polo pavese dal Bivio Vela e 500 in totale nel gruppo –. I primi giorni di applicazione della nuova normativa, tuttavia, saranno particolarmente complessi e per questo abbiamo potenziato i controlli in ingresso per verificare il Green pass di fornitori ed esterni che devono entrare in azienda. Per quanto riguarda i dipendenti, invece, non ci sono grossi problemi: praticamente la totalità del personale è in possesso del Green pass e quindi non ci saranno particolari problemi con l’applicazione del decreto governativo».
Il caso logistiche
Più complessa l’applicazione delle nuove norme nel settore delle logistiche dove gran parte del personale che accede e lavora nei reparti non è dipendente della società, ma risponde a cooperative.
Le società del polo oltrepadano, di conseguenza, si stanno organizzando per chiedere il Green pass da domani sia ai lavoratori dipendenti che a quelli in somministrazione e alcune aziende, per non farsi trovare impreparate, stanno facendo un’indagine preventiva per capire chi è già in possesso del certificato e chi no. Intanto, i sindacati vanno in pressing perché siano le committenze a farsi carico, almeno nei primi mesi, del costo del tampone rapido per gli addetti che hanno deciso di non vaccinarsi e quindi non possono scaricare il Green pass con nove mesi di validità dalla data della seconda dose.
Nella maggior parte dei capannoni, comunque, da domani si partirà con il controllo a tappeto della certificazione: «Stiamo sentendo nelle logistiche della nostra zona e quasi tutte si stanno organizzando con il controllo del Green pass all’ingresso del magazzino all’inizio di ogni turno sia per i dipendenti diretti che per quelli assunti tramite le cooperative – spiega Gaetano Di Capua, segretario generale della Fit-Cisl Pavia -. Per non avere problemi alla scadenza di venerdì, inoltre, molte aziende hanno avviato un’indagine interna per capire chi ha già il Green pass perché vaccinato e chi invece dovrà sottoporsi al tampone per andare a lavorare. Ovviamente, noi stiamo premendo sulle committenze per non far gravare sulle spalle dei dipendenti che non vogliono vaccinarsi il costo del tampone».
Su questo aspetto, proprio ieri pomeriggio c’è stato un incontro tra il sindacato Si Cobas, la Ceva e il consorzio Gsl per il magazzino della Città del Libro di Stradella, che a pieno regime impiega oltre 700 addetti: «In altre aziende dove siamo presenti come sindacato siamo riusciti a ottenere che la proprietà si faccia carico dei tamponi interamente nel primo mese, al 50% per il secondo e poi dal terzo sia pagato dal lavoratore – sottolineano i Cobas, che ieri, al termine dell’incontro, hanno fatto un’assemblea con i dipendenti della logistica stradellina -. Ci auguriamo di riuscire a ottenere l’accordo anche qui perché il Green pass non deve essere uno strumento divisivo, che crea lavoratori di serie A e serie B. I dipendenti che non si vaccinano non possono accollarsi il costo del tampone andando a pesare ulteriormente sul loro stipendio».
Il nodo trasportatori
La "Sit-Mauro Saviola" di Mortara, fabbrica di produzione di pannelli in legno truciolare per l'industria dell'arredamento, è pronta per l'entrata in vigore delle nuove norme, ma deve affrontare il nodo dei trasportatori che devono entrare nel perimetro dell’azienda per scaricare il materiale da avviare alla produzione.
A Mortara lo stabilimento del gruppo mantovano conta su oltre 250 dipendenti. «Ci sarà una task force per i controlli all'ingresso della fabbrica, non cambia molto rispetto a ora: avevamo già un punto di controllo per temperatura ed igenizzazione delle mani - spiegano dall'azienda con sede centrale a Viadana -. Controlli che faremo su tutto il personale in ingresso. Pensiamo che l'inizio possa filare liscio, c'è stata un'attività di comunicazione interna per sensibilizzare i dipendenti sul tema del Green pass». L'azienda non ha previsto tamponi a proprio carico per i dipendenti. «Abbiamo grande rispetto dalla privacy del personale e non sappiamo quante persone non siano dotate di Green pass: venerdì sarà un banco di prova».