“Non solo insulti, in Asm VeS per due anni costretta a subire mobbing”
VOGHERA- «Gli insulti? Sono niente in confronto a quanto ho dovuto subire in due anni di lavoro. Non a caso la causa per mobbing presentata contro Monica Sissinio, all’epoca presidente di Asm Vendite e Servizi, si è conclusa con una transazione a mio favore». Elisa Gamalerio, dipendente della società Asm Ves e principale accusatrice della “concorsopoli vogherese” ottenne, per la precisione, più di 160mila euro.
Gamalerio, per questo nelle intercettazioni la definiscono una « str...» da fare fuori?
«Me ne hanno dette di tutti i colori, perfino durante la prova scritta del famoso concorso a cui ho partecipato. Una candidata durante la prova scritta lasciò il telefono sul tavolo della commissione, come da regolamento, ma rimase acceso e registrò le conversazioni. Contro di me solo insulti e frasi agghiaccianti».
Ma perché ce l’avevano così tanto con lei?
«Guardi che anche adesso non ho vita facile. Credo che sia per un insieme di ragioni. Primo perché sono una donna e sono la fidanzata di Mognaschi, all’epoca direttore generale di Asm Voghera, e questo ha creato parecchi malumori. Poi anche perché non mi sono piegata a un certo sistema».
Ma che genere di vessazioni subiva?
«Ad esempio mi veniva chiesto di firmare documenti che non volevo firmare, mi portavano via i documenti a cui stavo lavorando e li facevano sparire per dispetto. C’era addirittura un dipendente che mi seguiva fino in bagno. Passavo le giornate a piangere. Era mobbing allo stato puro».
È stata lei a denunciare le presunte irregolarità sui concorsi?
«Sì, ho fatto denuncia nel 2019, il giorno dopo lo scritto. Sono andata subito dalla finanza a Voghera».
Le malelingue dicono che non passò il concorso perché non aveva le competenze necessarie, non perché fosse truccato.
«Di cattiverie ingiuste sul mio conto ne sono state dette tante. Ma i risultati parlano chiaro e le intercettazioni telefoniche pure. Volevano che fossi fuori dalla graduatoria e hanno fatto il possibile per raggiungere questo obiettivo. Il clima attorno a me era irrespirabile. Prima di venire demansionata, quando ero responsabile del settore del recupero credito e affari legali, ho recuperato in un solo mese, con la collaborazione di una collega, un milione e 900mila euro di bollette non pagate. Ho sempre lavorato bene».
E adesso di che si occupa?
«Continuo a lavorare in quel settore, ma il recupero del credito è stato affidato a una società esterna. Oggi non mi fanno lavorare, sono rimasta anche senza impiegate e non ho accesso ad alcune procedure. L’inchiesta della procura dimostra però che ho fatto bene a denunciare».
M. Fio.