Posata la prima pietra della chiesa ortodossa dopo 11 anni d’attesa
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Voghera, aperto il cantiere per il luogo di culto in strada Oropa. Padre Stergarel: «Esito del dialogo con istituzioni e curia»
VOGHERA. Sono iniziati i lavori per la realizzazione della prima chiesa ortodossa romena della città. Ieri pomeriggio la posa della prima pietra nel cantiere di strada Oropa, dopo che per mesi comunità romena, amministrazione comunale e la chiesa cattolica (il terreno è stato ceduto dalla parrocchia vogherese di San Lorenzo) avevano unito le forze per arrivare a concretizzare il progetto.
Unione tra confessioni
Un’unità di intenti che solo marginalmente era stata intaccata da qualche protesta dei residenti, preoccupati per l’afflusso di veicoli. «La posa della prima pietra della chiesa ortodossa romena rappresenta un momento di gratificazione per tutta la comunità – ha spiegato padre Catalin Stergarel (Diocesi Ortodossa d’Italia, Parrocchia ortodossa romena San Eutimio il Grande di Voghera) - Questo progetto è anche l'esito di buoni rapporti con la Curia cattolica e la autorità locali».
Anni di attesa
Da tempo la comunità romena cercava di avere un luogo di culto in città: «Sin dall'istituzione della parrocchia, 11 anni fa, si sono individuate soluzioni per un luogo di culto dove celebrare le nostre funzioni. Tutti gli sforzi hanno condotto verso la realizzazione di questo progetto, che prevede un centro culturale e un oratorio. Poiché i cittadini romeni sono ben integrati nella società vogherese, auspichiamo che questo progetto dia un tocco di multiculturalità».
Soddisfatta anche la sindaca, Paola Garlaschelli: «Un momento importante per la città che le istituzioni di Voghera hanno fortemente voluto – ha spiegato alla posa della prima pietra –, in un percorso di dialogo e condivisione che procede nel migliore dei modi con una Comunità che è parte attiva della città. La Chiesa ortodossa è la più numerosa in Italia e a Voghera è punto di riferimento anche per cittadini praticanti greci, moldavi, ucraini. Sono orgogliosa di rappresentare le istituzioni cittadine nel momento in cui concretamente prende il via un progetto che racconta una città fatta di tante anime, fedi, sensibilità, ma sempre unita nel profondo senso di comunità».
Alessio Alfretti