Droga dello stupro comprata su internet: un arresto a Giussago
Un 52enne ai domiciliari, è coinvolto nell’indagine nazionale dei Nas. Tra gli altri finiti nei guai c’è anche la sorella di Ornella Muti
GIUSSAGO. Droghe sintetiche di diverso tipo acquistate sul web o sul dark web, la rete più inaccessibile. C’è anche un 52enne di Giussago nell’inchiesta dei carabinieri del Nas di Roma, settore Tutela della salute, che mercoledì mattina hanno arrestato 39 persone per le accuse, a vario titolo, di autoriciclaggio, importazione e traffico aggravati di fentanyl, droga dello stupro, catinoni sintetici e altri farmaci appartenenti alla categoria delle «nuove sostanze psicoattive». Il 52enne si trova agli arresti domiciliari.
La sua posizione all’interno dell’indagine è ancora da precisare, ma secondo quanto trapelato l’uomo avrebbe acquistato, come altri indagati, droga da internet facendosela spedire a casa. Nei prossimi giorni sarà interrogato.
Le nuove droghe
I carabinieri hanno individuato e registrato 16 nuove sostanze mai arrivate prima in Italia. In tutto, sono state tracciate 290 spedizioni per un volume di affare di circa 5 milioni di euro. Le indagini, che vedono coinvolta anche Claudia Rivelli, sorella dell’attrice Ornella Muti, finita ai domiciliari, hanno ricostruito il meccanismo adottato per l’importazione dall’estero (Olanda, Canada, Polonia, Francia, Croazia e Cina) delle droghe. Una modalità prevedeva l’ordinazione online, il pagamento e la ricezione di spedizioni direttamente dai fornitori esteri.
Un mercato frequentato da criminali abituali, ma anche da insospettabili professionisti anche della pubblica amministrazione. Tra i soggetti raggiunti da misura cautelare anche un avvocato, un medico odontoiatra, un funzionario di un ente locale e un insegnante di scuola media che, addirittura, faceva giungere proprio a scuola la droga sintetica.
«Quello che a prima vista apparirebbe come un traffico di nicchia – scrive il gip Roberto Saulino nelle oltre 300 pagine di ordinanza –, devoluto solo ad alcuni “amanti” del settore, si è rivelato essere molto più esteso e alimentato da pressanti richieste dei consumatori».
Nelle chat citate dal gip anche un riferimento ad un «politico», non identificato dagli inquirenti.