Covid: “Paziente 1” indagato e archiviato per epidemia colposa
Lodi, il gip ha accolto la richiesta della procura: Mattia non ha commesso alcun reato
LODI. Mattia Maestri, il cosiddetto Paziente uno, cioè il primo a cui fu diagnosticato il Coronavirus in Italia, è stato indagato per epidemia colposa dalla Procura di Lodi. La circostanza è emersa nei giorni scorsi quando il gip, dopo la richiesta della stessa Procura, ha archiviato l'accusa.
L'inizio delle indagini risale a un anno e mezzo fa. Il sospetto era che Maestri non fosse stato subito sincero con i medici dell'ospedale di Codogno, parlando dei suoi contatti. A fine indagini, comunque, non sono stati ravvisati reati. E' stato riconosciuto che Maestri non risulta aver violato violato nessuna norma: da qui l'archiviazione.
Il ricovero in condizioni gravissime del 38enne Mattia Maestri prima a Codogno e, poche ore dopo, al San Matteo di Pavia ha segnato il 20 febbraio 2020 l’inizio ufficiale dell’emergenza pandemica in Italia. Maestri rimase 18 giorni intubato in rianimazione, poi la lenta ripresa fino alle dimissioni dal policlinico il 21 marzo.
Mattia Maestri si era presentato al pronto soccorso dell'ospedale con febbre e gli era stata diagnosticata una leggera polmonite, curabile a casa. Le sue condizioni erano peggiorate ed era tornato all'ospedale di Codogno dove è stato ricoverato in terapia intensiva. Qui l'anestesista Annalisa Malara ha avuto l'intuizione di fargli il tampone per il Covid, dopo che la moglie aveva detto che Mattia aveva cenato con un amico che era stato in Cina (poi risultato negativo al virus). Era il 20 febbraio 2020 quando è arrivato il referto: positivo al Coronavirus. Il primo positivo italiano, a cui subito ne sono seguiti altri fra Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.