Chat della vergogna, caccia al nome della talpa nelle mail di Santamaria
Maria Fiore / VOGHERA
Decine di mail e conversazioni nelle chat di whatsapp, ora sotto esame. E decine di nomi di politici. La polizia giudiziaria sta analizzando il contenuto del telefono e del computer sequestrato a casa del politico e blogger Gianpiero Santamaria, esponente della Buona Destra e autore di una serie di post al veleno sulle inchieste che da settimane agitano Voghera.
La polizia giudiziaria e i carabinieri sono andati l’altra mattina a casa sua, per una perquisizione domiciliare e per notificarli un avviso di garanzia per diffamazione.
A suo carico, il blogger ha già diverse querele per la stessa accusa. Nelle mail e nelle chat potrebbe esserci la risposta ad alcuni interrogativi che molti a Voghera in questi giorni si pongono: chi fornisce a Santamaria le informazioni, anche di carattere giudiziario, di cui è in possesso? Ma soprattutto: c’è un disegno politico per mettere in crisi la giunta? Santamaria, va ricordato, è anche colui che ha diffuso alcune chat che hanno messo in imbarazzo la sindaca Garlaschelli e alcuni assessori. Chat a cui partecipano soltanto i componenti della giunta.
Le inchieste
Il “caso Santamaria” si intreccia con le altre inchieste che la procura sta portando avanti, anche se sono tutte su piani distinti. Uno dei terreni su cui il blogger si sta concentrando di più è l’indagine giudiziaria a carico di Massimo Adriatici, ex assessore alla sicurezza, accusato di eccesso colposo di legittima difesa per avere esploso un colpo di pistola e ucciso il 39enne Youns El Boussettauoi, la sera del 20 luglio, in piazza Meardi. Tra rivelazioni di presunti colpi di scena e attacchi al modo in cui sono state condotte le indagini, Santamaria ha organizzato un’altra manifestazione, prevista per domani pomeriggio, alle 15, sempre in piazza Meardi. L’altro fronte di inchieste su cui il politico non manca di lanciare provocazioni è quello su Asm.
Tre filoni
Sul caso Asm ci sono al momento tre filoni aperti in procura, distinti tra loro. Il primo riguarda due concorsi banditi in Asm Vendita e Servizi, per il quale sono indagate otto persone, di cui sei raggiunte da provvedimenti di interdizione (tra loro l’ex presidente di Ves, Monica Sissinio). Concorsi, secondo la contestazione formulata dal pubblico ministero Paolo Mazza, che sarebbero stati condizionati e pilotati per favorire alcune assunzioni. Il secondo fronte è quello aperto dagli esposti della precedente gestione targata Todeschini-Mognaschi e riguarda i crediti delle bollette non riscossi dall’ex presidente di Ves Monica Sissinio, che avrebbero creato un buco di oltre 11 milioni di euro. L’inchiesta penale è ancora in corso, mentre l’azione di responsabilità civile è stata revocata dall’attuale Cda, presieduto da Sergio Bariani. Infine, il terzo filone, che si è aperto di fatto con l’acquisizione, giovedì mattina, del dossier, riguarda la “due diligence”, cioè la relazione dell’attività di indagine interna disposta dall’attuale Cda nei confronti della gestione Todeschini-Mognaschi.