Dimesso, muore d’infarto: familiari risarciti con 200mila euro
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Mortara, nel 2018 un 63enne mandato a casa dopo le visite al pronto soccorso per un malore: gli eredi riceveranno la somma dall’Asst
MORTARA. L’infarto non venne riconosciuto al pronto soccorso dell’ospedale di Mortara e un 63enne mortarese morì il giorno dopo le dimissioni proprio dal pronto soccorso. Ad oltre tre anni di distanza dal quel tragico evento i famigliari del 63enne, un uomo che viveva con la famiglia a Mortara, hanno ricevuto poco più di 200mila euro dall’Asst di Pavia titolare dell’ospedale mortarese. Soldi che derivano da una transazione per chiudere definitivamente la causa di risarcimento civile intenta dagli eredi assistiti dall’avvocato Piero Ferrari di Robbio e dal medico legale Marco Rossi di Confienza che ha esperienza internazionale dato che è stato anche primario in un ospedale di Liverpool in Gran Bretagna.
La vicenda
Un dramma che inizia la mattina di domenica 13 maggio 2018. Poco dopo le 8 di mattina il 63enne di Mortara si presenta al pronto soccorso dell’ospedale cittadino. All’epoca il pronto soccorso era ancora aperto, nel frattempo le attività sono stata drasticamente ridotte nell’ambito dei piani di riorganizzazione della sanità locale.
Il 63enne accompagnato dalla figlia lamenta «una sensazione di malessere generale e freddo, difficoltà da esprimersi e dolori ala spalla sinistra». Viene visitato e gli viene effettuato un esame del sangue. Dall’esame, così è allegato ai carteggi in tribunale, emerge che il 63enne ha valori che indicano un possibile infarto in corso. In particolare s-troponina e creatinchinasi superiori alle soglie di allarme.
Dopo aver passato poco più di 2 ore e 50 minuti in pronto soccorso il 63enne viene dimesso. La diagnosi è: «Sensazione di malessere generale con dolore alla mobilizzazione spalla sinistra atraumatico» con invito a presentarsi il giorno successivo per una radiografia alla spalla, presumibilmente causata da artrite.
Il giorno seguente il mortarese si presenta in ospedale. Viene sottoposto alla radiografia ed emerge che il dolore non è dovuto ad artrite. Però è troppo tardi, dopo poche ore muore. Il referto del medico parla di «infarto del miocardio».
Secondo i parenti una morte forse evitabile. Inizia così una lunga battaglia legale a suon di perizie ordinate dal tribunale di Pavia e contro perizie di parte. Anche i consulenti del tribunale pavese consigliano all’Asst di Pavia di transare. Ma la battaglia legale va avanti. Fino alle scorse settimane quando per evitare un giudizio, con il rischio ormai concreto di perdere, l’Asst di Pavia formula una richiesta protocollata agli atti di per sancire un accordo.
Agli eredi del 63enne di Mortara sono arrivati sul conto corrente oltre 200mila euro. «Non è stata una vicenda semplice dal punto di vista processuale, in quanto in sede cautelare la prima visita medico legale aveva escluso una responsabilità dei sanitari, per poi essere ribaltata a seguito di una nuova consulenza tecnica - spiega il difensore del 63enne mortarese -. È stato liquidato il danno perché è emerso che il mancato ricovero ha tolto le possibilità di sopravvivere al 63enne».