Oltre cento genitori scrivono ai presidi: «Non discriminate i nostri ragazzi che non sono vaccinati»
VIGEVANO. «In Lomellina ci sono scuole che discriminano gli alunni sulla base della scelta di vaccinarsi (o meno) contro il Covid-19». Con una lettera, corredata da oltre cento firme, un «gruppo di genitori e nonni lomellini», tra cui spiccano alcuni nomi noti dell’ambientalismo provinciale ed ex politici, ha deciso di scrivere ai dirigenti scolastici degli istituti con sede a Vigevano, Mortara, Gambolò e Cassolnovo, mettendo l’accento su quello che rischia di diventare di un problema sociale oltre che didattico.
i comportamenti segnalati
La lunga missiva indica una serie di comportamenti a dire dei firmatari discriminatori nei confronti degli studenti. «Alcuni insegnanti in diverse scuole – si legge – sembrano aver dimenticato il proprio ruolo. Oppure non dimostrano di comprendere la delicatezza della situazione, né di possedere l’empatia e il buon senso necessari a gestire un momento tanto delicato». Due sarebbero i momenti in cui si verificherebbero discriminazioni: le attività extrascolastiche, dove però vigono norme fissate dal governo e non eludibili da insegnanti e presidi, e la vita in classe. Per quest’ultimo caso risulta ai firmatari della lettera che i professori «stanno chiedendo ai ragazzi, a volte addirittura per alzata di mano davanti a tutti, il loro stato vaccinale e le proprie idee in merito alle vaccinazioni».
Il prosieguo della lettera è conseguenziale: chi decide di non vaccinarsi (oppure di non sottoporre i figli, visto che i coinvolti sembrano essere tutti minorenni) «viene pesantemente attaccato e discriminato, costretto a subire forti pressioni. Questi dibattiti e queste richieste di informazioni, allo stato attuale, altro non fanno che spaccare la classe, segregando chi la pensa diversamente. Oggi esporre un ragazzo non vaccinato a un dibattito del genere significa gettarlo in un’arena dalla quale non potrà salvarsi».
Secondo alcuni dei firmatari, la lettera nasce dopo che si sono verificati alcuni (sembrerebbero pochi per la verità) episodi simili: per questo è nata l’esigenza di una comunicazione diretta con le scuole, ammesso che poi effettivamente la missiva venga letta.
Le richieste
Nella lettera ci sono alcune richieste: «Che tutti gli insegnanti ricordino che il benessere dei ragazzi, di tutti i ragazzi, è prioritario; che le scelte delle famiglie non devono diventare uno strumento di attacco e segregazione del ragazzo rispetto al resto della classe; che la scuola sia inclusiva, aperta a tutti, rispettosa delle minoranze e che proprio su questi principi si deve fondare l’educazione delle nuove generazioni; che le attività proposte dalla scuola siano inclusive; che il rispetto della privacy non sia opzionale, ma una necessità prevista anche per legge».
Insomma, una situazione che appare tutt’altro che idilliaca. «Ci risulta almeno un caso in cui un alunno è stato escluso da un viaggio di istruzione – spiega un firmatario della lettera, inviata agli istituti comprensivi, quindi dalle scuole per l’infanzia sino alle medie, e alle superiori. – Questo tipo di attività è di natura didattica ed esserne precluso è una violazione a un preciso diritto costituzionale».
Il dirigente Loria: “Comportamenti censurati dal Garante privacy”
Ma per andare in gita serve il Green pass? Alla domanda risponde Matteo Loria, preside dell’istituto Caramuel di Vigevano e referente regionale dell’Associazione nazionale dirigenti scolastici (Andis). «Il ministero – dice Loria – prevede che per le attività fuori dalla scuola si deve tener conto degli alunni non vaccinati. Noi non chiediamo chi è vaccinato, ma è evidente che senza Green pass non potranno entrare a mostre o musei». Sul sito del ministero si legge che «le istituzioni scolastiche non verificheranno preventivamente il possesso delle richieste certificazioni verdi, il cui accertamento verrà effettuato al momento dell’accesso a mostre e musei dai gestori». Quindi gli alunni potrebbero, paradossalmente, andare in gita con i compagni e venir lasciati fuori all’ingresso di musei e mostre. A proposito dell’altro tema sollevato dai genitori, ovvero la possibilità che i professori chiedono agli studenti se sono o meno vaccinati, il preside Loria spiega che «il 23 settembre scorso il Garante della privacy ha precisato che i docenti non possono chiedere informazioni sullo stato vaccinale degli studenti, direttamente o indirettamente», e quindi le eventuali lamentele dei firmatari della lettera in tal senso potrebbero aver significato. Anche per svolgere i progetti dell’alternanza scuola/lavoro e attività simili occorre avere il Green pass: quindi vaccino, esenzione medica, guarigione o tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. —
Oliviero Dellerba