Il presidente del San Matteo: «La pandemia ormai è finita, il Green pass così esteso è un abuso»
Il pofessor Venturi: «Il governo avrebbe dovuto avere il coraggio di rendere obbligatorio il vaccino»
PAVIA. «Non sono contro il Green pass, sono contrario all’obbligo introdotto in Italia, all’abuso che se ne sta facendo». A pronunciare queste parole è il presidente del San Matteo Alessandro Venturi, organizzatore del seminario in programma domani, dalle 11 alle 13 in aula Volta dell’Università di Pavia, in cui si discuterà dello stato di emergenza nei diversi Paesi.
In quel confronto con gli studenti di diritto pubblico comparato si parlerà di ciò che lo Stato può decidere, in situazioni d’emergenza appunto, bypassando i parlamenti.
Da lì al discorso sulla situazione Covid italiana, con la probabile proroga dello stato di emergenza in atto, dell’obbligo del Green pass o dell’obbligo vaccinale (che non c’è), il passo è brevissimo. Anche perchè ospite del seminario in questione sarà il professor Massimo Cacciari, che invece contrario al Green pass lo è apertamente. Tanto da arrivare a porre questa domanda, che ritiene essere punto fondamentale: «Perché il governo italiano non ha fatto la legge sull’obbligo vaccinale e se ne è assunto tutte le responsabilità?”.
«La pandemia è finita»
Il presupposto da cui parte Venturi è che «la pandemia Covid sia finita». «Il virus è diventato endemico, fa parte del nostro quotidiano – spiega –. Continuare a dare numeri sui contagi è assurdo. È come se tutti i giorni comunicassimo la cifra delle persone che si è influenzata». «Ma questo non significa negare la presenza del problema o la necessità del vaccino», si affretta a precisare.
Quindi, anche se il seminario di domani tratterà un tena politico-giuridico come lo stato di emergenza, con i presupposti che lo creano, situazione che consente al governo di assumere decisioni straordinarie, l’asse delle argomentazioni che Cacciari utilizzerà si sposterà inevitabilmente sugli «errori» fatti dal governo italiano. «Ho invitato Cacciari perchè ritengo che sia l’unico ad avere il coraggio di parlarne – precisa Venturi –. Ma, distinguiamo i piani di discussione: questo non c’entra nulla con la necessità di vaccinarsi. Io sono stato uno dei primi a fare il vaccino anti-Covid, nel gennaio scorso. Ed essendo il presidente del primo ospedale che ha ricoverato un paziente Covid sono consapevole della necessità di proteggersi dal virus. Tuttavia, tornando al Green pass, ritengo che, rendendolo obbligatorio in più occasioni di vita sociale, lo si sia snaturato. Viene utilizzato come surrogato dell’obbligo vaccinale».
«Sì per i trasporti, no per il lavoro»
Per il presidente del San Matteo «si è persa di vista la funzione originaria del pass verde». Ed entra nel merito: «Il Green pass è nato in Europa per facilitare la vita alla gente, non per complicarla. Parlo di facilitare gli spostamenti, non per neutralizzare la paura di introdurre l’obbligo vaccinale con legge. Invece da noi succede che sulla metro, dove servirebbe, il pass non venga chiesto, mentre al lavoro o al ristorante sì». Inoltre secondo Venturi «il Green pass ha creato fratture tra classi sociali, condannando una fascia di popolazione all’emarginazione». «Sarei d’accordo per l’obbligo vaccinale – conclude –, ma non si ha il coraggio di aprire la discussione in parlamento».