Il virologo Maga: «Siamo in piena pandemia, Green pass solo a vaccinati e guariti»
![Il virologo Maga: «Siamo in piena pandemia, Green pass solo a vaccinati e guariti»](https://laprovinciapavese.gelocal.it/image/contentid/policy:1.40921728:1636932252/image.jpg)
Parla il direttore del Cnr di Pavia: «La Lombardia ancora distante dalla zona gialla, ma ci attendiamo un picco per Natale»
l’intervista
PAVIA. Terza dose allo scattare dei sei mesi dall’ultima somministrazione, Green pass solo per i vaccinati e non per chi ha tampone negativo, vaccino anti Covid per i bambini se arriverà l’ok dell’ente regolatorio e obbligo vaccinale per gli adulti se non si riuscirà a convincere i no vax. Per il direttore dell’istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia Giovanni Maga, virologo, sono alcune delle misure che andrebbero introdotte per arginare i contagi ed evitare nuove chiusure. Perché, spiega, ci troviamo ancora in piena pandemia e il virus diventerà endemico solo si riuscirà ad aumentare le difese immunitarie attraverso la vaccinazione.
Professor Maga, il governo sta valutando modifiche sul Green pass per renderlo a prova di contagio. Come valuta le nuove misure?
«Sono d’accordo sull’ipotesi di riservare il certificato verde solo a chi è vaccinato o guarito dal Covid 19, eliminando il tampone negativo. Il tampone antigenico rapido infatti ha limiti di sensibilità, non rilevando una carica virale molto bassa, e può dare falsi negativi. Dal punto di vista della sicurezza sarebbe quindi necessario il molecolare, incompatibile con le 48 ore. Perciò se vogliamo rendere il Green pass uno strumento che certifichi il basso rischio di contagio in un ambiente confinato diventa indispensabile escludere il tampone. La Lombardia, nella settimana appena passata, ha ancora valori distanti da quelli della zona gialla, ma ci avviciniamo ad un momento di picco dei contagi che potrebbe essere raggiunto a Natale».
E sarà fondamentale la terza dose.
«Certo. Lo dimostra il numero dei contagi che ormai riguarda anche i vaccinati. Sta infatti diminuendo la protezione e gli studi indicano che il livello di anticorpi necessita di un richiamo, necessario per mantenere alta la protezione, considerando che ci sono i non vaccinati e c’è la platea dei bambini».
La validità del Green pass potrebbe essere ridotta a 9 mesi, contro gli attuali 12 mesi. Che ne pensa?
«La copertura ha una durata di 8-9 mesi ma, dopo sei, tempo ispirato alla massima prudenza, si inizia a vedere un declino. Quindi è importante intervenire in questo momento. L’esperienza di Israele e Inghilterra dimostra che la terza dose ha riportato la protezione ai livelli iniziali. Va sottolineato che si tratta di protezione dal contagio e non dalla malattia grave. I benefici del vaccino infatti sono certi e i non vaccinati hanno 10-20 volte di più il rischio di ricovero in ospedale, senza dimenticare che il virus è attualmente due volte più contagioso di quello che circolava in primavera».
Intanto il vaccino per i bambini dai 5 agli 11 anni attende l’ok di Ema e Aifa.
«Se la sicurezza del vaccino viene certificata dall’ente regolatorio, bisogna procedere non solo perché i bambini contribuiscono alla circolazione del virus, ma soprattutto perché, stando a studi effettuati negli Stati Uniti prima della variante Delta, un quarto dei piccoli contagiati è finito in ospedale e 1 su 100 è morto. Inoltre il Covid, sulle persone guarite, ha pesanti conseguenze a lungo termine, a livello polmonare e neurologico. Non ritengo sussista un profilo di rischio particolare in età pediatria».
Resta lo zoccolo duro dei no vax.
«Esistono persone che definisco “esitanti” e ancora si potrebbero convincere. Se non si riuscirà a recuperare una quota significativa, andrebbe introdotto l’obbligo della vaccinazione».
E cosa di sente di dire a chi afferma che la pandemia è finita?
«Che con Rt pari a 1,5 siamo in piena fase pandemica. Si parla di endemia con un contagio per ogni persona infetta, senza focolai e solo casi sporadici. Il Sars-Cov-2 è diventato un virus umano che circolerà per molto tempo e ora siamo ancora in un momento di espansione della malattia». —
Stefania Prato
© RIPRODUZIONE RISERVATA