Emergenza sanitaria, a Vigevano l’ospedale riapre il reparto Covid
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Predisposti 10 posti letto, sette sono già occupati. A Pavia i ricoverati sono 39, Voghera per il momento resta “free”
VIGEVANO. L’ospedale di Vigevano riapre le porte ai pazienti Covid. Dopo un’estate in cui l’arrivo di contagiati si era ridotto al lumicino, tanto da giustificare la chiusura dei posti letto dedicati, ora il trend riprende a salire. Anche in Regione, dove si sono raggiunti i 730 pazienti colpiti da Coronavirus ricoverati nelle Malattie infettive dei grandi ospedali, compreso il San Matteo. Proprio quel numero ha determinato la soglia oltre la quale si sarebbe dovuta disporre la riapertura dei reparti Covid nelle strutture ospedaliere più piccole. Cosa che è accaduta, appunto, a Vigevano. «Abbiamo allestito il reparto riservato ai positivi al Covid nell’ex Oculistica – spiegano i vertici di Asst Pavia –. I posti letto sono 10. Di questi, attualmente 7 sono occupati».
Il rialzo dei contagi
Del resto il rialzo dei contagi, registrato in queste ultime settimane, come pure dei ricoveri negli ospedali, sia ordinari che nelle Terapie intensive, sono la dimostrazione del fatto che le strutture ospedaliere debbano tornare a programmare posti letto dedicati. Martedì i nuovi positivi in provincia sono stati 119, ieri 122. E gli arrivi di persone con presunti sintomi da Coronavirus al Pronto soccorso generale del San Matteo, come pure degli ospedali Asst, sono in aumento. «Abbiamo riattivato il reparto Covid di Vigevano in ottemperanza a quanto ha disposto Regione Lombardia – sottolinea Asst Pavia –. E cioè che, una volta superati i 730 pazienti nelle Malattie intensive dei grandi ospedali lombardi, si sarebbe dovuto intervenire aprendo quelli delle strutture più piccole». «L’abbiamo fatto per Vigevano perchè ci sono 7 pazienti con quella necessità, in cura per Covid. Non l’abbiamo fatto per Voghera perchè non ce n’è la necessità».
La situazione negli altri ospedali
Sono, invece, 39 i malati Covid in trattamento al San Matteo di Pavia. La Terapia intensiva, diretta dal professor Francesco Mojoli, è satura con i suoi 12 pazienti contagiati in gravi condizioni, così anche Malattie infettive, che ne ha 27. E, pure in questo caso, si tratta di un trend in salita. Il direttore generale Carlo Nicora sta seguendo la situazione. «Siamo pronti a mettere in atto le linee guida che ci siamo dati già nel corso delle precedenti ondate pandemiche – dice. Ossia un aumento di posti letto che corrisponda all’arrivo massiccio di nuovi ricoverati, sino ad un massimo di 80 letti in più». Iniziando dai più gravi, sistemati nelle Terapie intensive.
«La nostra disponibilità, dichiarata a Regione Lombardia, è di 11 posti letto in Terapia intensiva – chiarisce Nicora –. Saremmo a livello di 8 posti, ma abbiamo deciso di elevarlo a 11, mentre per Malattie infettive abbiamo dato una disponibilità di 25 letti. Questo primo step è raggiunto, quindi, automaticamente, la Regione attiverà altre strutture ospedaliere sul territorio. Inoltre, a Malattie infettive abbiamo garantito 25 letti, e ogni due o tre giorni faremo il punto per aprirne altri, se necessario, nei reparti di Pneumologia e Medicina, fino al raggiungimento di 70 posti complessivi».