La ricostruzione in 3d dei capolavori perduti, dalla Macchina Vasariana agli antichi affreschi
I capolavori del passato perduti per sempre, come la “Macchina Vasariana”, o quasi inaccessibili e nascosti al pubblico, come l’Arca di Sant’Agostino nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, ricostruiti in 3d. E’ lo «straordinario progetto tra tecnologie avveniristiche e ricostruzione di un passato perduto», al centro della conferenza del professor Virginio Cantoni, docente emerito dell’Università di Pavia - è stato, tra l’altro, preside della facoltà di Ingegneria tra il 2007 e il 2008 - responsabile del “Computer vision and Multimedia Lab” (Cvml), in programma mercoledì alle 18 nell’Aula Goldoniana del collegio Ghislieri di Pavia.
«Questo progetto – spiega il professor Cantoni – è partito nel 2004, con metodi e tecnologie ovviamente meno avanzati di quelli a disposizione oggi. Il primo lavoro, in un momento per certi versi pionieristico ha riguardato proprio la “Macchina Vasariana” (grandioso altare progettato dall’artista toscano per la chiesa di Santa Croce a Bosco Marengo, su commissione di papa Pio V, poi smantellato a inizio Settecento), sul quale hanno lavorato oltre cento studenti e oggetto di venti tesi di laurea». La perfezione del 3d è tale che consente anche di apprezzare l’effetto di luci e ombre cresto dal capolavoro del Vasari all’interno dell’edificio sacro. Poi l’attività di ricostruzione tridimensionale si è estesa ad altri ambiti, dagli arazzi della battaglia di Pavia, al modo in cui è cambiata la città tra Cinquecento e Seicento. «Abbiamo ricostruito la Pavia del 1550 – spiega ancora Cantoni – con nove percorsi virtuali, dopo la demolizione delle mura medievali, quando sorsero edifici importanti, basti citare il Ghislieri, il Borromeo, Canepanova, il palazzo del Broletto».
Un’ulteriore interesse ha riguardato gli affreschi delle chiese dell’Italia centrale andati distrutti a c ausa del terremoto. E’ stato nec essario riassemblare virtualmente migliaia di frammenti polverizzati dalle scosse sismiche, operazione oggetto di un concorso bandito dall’ateneo pavese e vinto dall’Università Saclay di Pavia. Per dare un’idea, in un caso i rammenti in partenza erano 1188 di cui 943dell'affresco originale e 245 spuri: “Az”, uno dei concorrenti, non ha fatto errori di scelta ma è stato impreciso nel posizionamento (fatto col mouse;centratura e orientamento però erano perfetti.