Una lettera anonima descrive l’omicidio: «Gigi Bici ci doveva ridare 300mila euro»
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I dettagli del rapimento recapitati alla casa del ritrovamento del cadavere. Ricatto con minacce ai parenti dell’ucciso
Le presunte modalità del rapimento e dell’omicidio di Luigi Criscuolo, 60 anni, per tutti “Gigi Bici”, raccontate in una lettera anonima ricattatoria infilata nella cassetta delle lettere dell’abitazione di Barbara Pasetti. Davanti al cancello della residenza della fisioterapista di Calignano, lunedì scorso, erano stati trovati i resti di Criscuolo. Una lettera anonima scritta al computer in un italiano stentato (forse solo una messinscena per simulare una parlata russa?) ma piena di particolari molto dettagliati che solo persone che avevano partecipato al rapimento potevano conoscere. Una lettera rivolta alla figlia Katia e contenente minacce di morte ai parenti della vittima.
I dettagli dell’omicidio
Dettagli che riguardano sia le modalità dell’omicidio, sia gli oggetti che la vittima aveva in tasca al momento del rapimento. Criscuolo sarebbe stato ucciso per una ingente somma, 300mila euro, che gli sarebbe stata affidata da una banda dopo una rapina messa a segno in Oltrepo. Tutti particolari che, ovviamente, dovranno essere verificati nel corso dell’inchiesta. Lui, secondo il contenuto della lettera anonima, non aveva partecipato al colpo ma, tramite un giro di amicizie pericolose, gli sarebbe stato affidato il bottino, denaro e gioielli, forse per piazzarlo ai ricettatori. Criscuolo, così lascia intendere la lettera, si sarebbe intascato i preziosi e due componenti della banda erano stati arrestati. Un comportamento che avrebbe condannato a morte Gigi Bici qualche anno dopo.
I rapinatori-assassini, così viene descritto nella lettera, avevano incontrato Luigi Criscuolo a Calignano per chiedere spiegazioni sulla mancata restituzione del bottino. Il commerciante non ha convinto gli assassini (aveva detto che qualcuno gli aveva rubato tutto) che così lo avrebbero pestato a sangue, rompendogli la gamba appena operata e fratturandogli naso e mandibola. I coprisedili neri e blu della Polo si sarebbero macchiati del sangue perso da naso e bocca, e sarebbero stati strappati dello stesso Cruscuolo nel tentativo di aggrapparsi mentre i suoi assassini lo tiravano fuori dalla Polo. “Gigi Bici” sarebbe poi stato caricato su un furgone, che non è stato inquadrato dalle telecamere, perchè la Polo non riusciva a ripartire nel fango. E l’automobile era stata abbandonata nel boschetto alla periferia di Calignano verso Vistarino e Copiano.
Il portafoglio con 90 euro
I presunti assassini nella lettera hanno anche raccontato i dettagli degli oggetti che avevano trovato addosso all’uomo rapinato: un orologio e un portafoglio nero con all’interno circa novanta euro in contanti, una tessera, la patente, la tessera sanitaria e le fotografie della moglie e delle figlie.
La lettera è stata scritta prima del ritrovamento del corpo per chiedere ai familiari - minacciati di morte - di restituire subito i trecentomila euro. I rapitori - Criscuolo sarebbe rimasto prigioniero in un luogo sconosciuto per alcuni giorni – avrebbero contattato alcuni parenti ma nessuno ha creduto alle loro richieste, forse pensando che fosse uno scherzo. Hanno anche consigliato ai parenti il modo per procurarsi il denaro. «Potete fare una rapina in un negozio oppure in un ufficio postale – hanno scritto – evitate le banche perché hanno poco contante».
I rapitori-assassini hanno chiesto un segnale su Facebook per capire se le loro condizioni fossero state accettate: il termine era lunedì 20 dicembre, proprio il giorno in cui era stato ritrovato il corpo di Luigi Criscuolo. Il commerciante sarebbe stato ucciso con un colpo di pistola al volto, particolare che dovrà essere confermato dal medico legale.
Le frasi erano scritte in un italiano stentato e con un linguaggio tipico da persone dell’est Europa. Ma si tratta veramente di slavi (anzi, russi, così si firmano) oppure stiamo assistendo a una messinscena? Da chiarire anche perché la lettera sia stata infilata nella cassetta postale di Barbara Pasetti, che anche ieri ha ribadito di non avere alcun legame con l’omicidio nè rapporti con Criscuolo.