«Se avesse vinto Degrelle sarei nel lager»: il sindaco dice no a Cingolani segretario. E la vicenda arriva in Parlamento
Il Consiglio di Pieve del Cairo respinge la nomina del dirigente che aveva in ufficio la foto di un ufficiale nazista
Pieve Del Cairo. «Se la Storia avesse premiato gli amici del signor Degrelle, io non indosserei una fascia tricolore. Indosserei un triangolo rosa e probabilmente sarei già stato inviato in qualche camera a gas». L’altra sera il sindaco Niccolò Capittini ha letto una dichiarazione pochi minuti prima che si votasse la nuova convenzione per la segreteria facendo riferimento sia alla fotografia del nazista belga Leon Degrelle appesa nell’ufficio del segretario Mariano Cingolani, nel municipio di Ferrera, sia alla propria scelta di vita: il triangolo rosa era il simbolo di stoffa cucito sulla casacca degli internati nei campi di concentramento nazisti per omosessualità maschile.
«Ciò che è avvenuto a Ferrera, oltre che avvicinarsi alla fattispecie di reato, è oggettivamente sbagliato – ha aggiunto Capittini bocciando poi Cingolani come segretario titolare di Pieve del Cairo – Il caso ha voluto che in questa seduta fosse in discussione la convenzione per integrare Cingolani quale segretario comunale a tutti gli effetti: questo, molto semplicemente, non avverrà». Cingolani, seduto di fianco a Capittini, non ha commentato. Il fatto, denunciato dall’Anpi di Pavia e poi approdato sul tavolo del ministro dell’Interno, sta suscitando polemiche a più livelli. Proprio in questi giorni, sotto l’aspetto professionale, il 55enne Cingolani ha lasciato gli uffici di Ferrera Erbognone e di Pieve Albignola: la nuova convenzione avrebbe dovuto comprendere Tromello (capo convenzione), Casei Gerola, Ottobiano e Valeggio e, appunto, Pieve del Cairo. L’altra sera, il colpo di scena “in diretta”.
«Nell’esprimere la più ferma condanna di quanto avvenuto – ha detto Capittini in aula consiliare – in qualità di presidente della seduta pongo una questione sospensiva a data da destinarsi sulla delibera relativa alla già citata convenzione e comunico che la mia amministrazione comunale, a prescindere da quanto le autorità accerteranno, porrà in essere tutti gli atti necessari per interrompere quanto prima la collaborazione con Cingolani. Il dovere morale, prima che la Costituzione repubblicana su cui ho giurato, me lo impone». Il sindaco di Pieve del Cairo ha comunicato di tenere appesa in camera la foto del nonno Giuseppe Capittini, partigiano delle brigate Garibaldi. «Nella nostra amministrazione comunale non c’è spazio per gli ideologi del Reich – ha chiarito – Non c’è spazio per i negazionisti della Shoah, non c’è spazio per la follia nazista: la nostra amministrazione ha come valori guida i valori della Resistenza, come patrimonio collettivo di tutti gli italiani».
Da Tromello
Da Tromello, Comune capo convenzione, la maggioranza “Cambiamenti per Tromello” del sindaco Gianmarco Negri non ha preso provvedimenti nei confronti di Cingolani chiarendo il proprio pensiero su Facebook: «Siamo sgomenti dall’aver appreso che un membro così importante per la nostra azione amministrativa e con cui abbiamo lavorato a stretto contatto sembrerebbe essere così distante dai nostri princìpi, senza che mai vi siano state avvisaglie che abbiano potuto, anche solo lontanamente, lasciar presagire che i suoi pensieri potessero orientarsi verso posizioni dalle quali duramente e inderogabilmente ci discostiamo». —
IL caso approda in Parlamento.
Il caso Cingolani approda in Parlamento anche grazie a Liberi e uguali. Lo comunica l’ex consigliere regionale Carlo Porcari: «Ci siamo mossi segnalando quanto avvenuto a Ferrera a Federico Fornaro, esponente di Articolo Uno e capogruppo alla Camera di LeU. La prima interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Lamorgese è partita da lui». Il deputato alessandrino ha chiesto a Lamorgese «quali azioni intenda intraprendere di fronte a un atto grave, inaccettabile, da parte di un pubblico funzionario in palese contrasto con i valori dell’antifascismo che stanno a fondamento della nostra Costituzione. A segnalare l’esposizione dell’immagine di Degrelle nell’ufficio di Cingolani è stata la sezione dell’Anpi di Pavia, che ha sottolineato la gravità di tale atto da parte di un funzionario pubblico». Fornaro ha ricordato al ministro dell’Interno che «nell’ufficio del segretario comunale è esposta la foto di Leon Degrelle, militare belga, arruolatosi in un reparto delle SS della Vallonia e fondatore del gruppo filonazista Rex. Negli anni successivi al conflitto mondiale, dopo essere riparato in Spagna sotto la protezione del regime franchista, Degrelle scrisse diversi libri di propaganda nazista, nei quali sosteneva testi negazioniste sull’Olocausto. La sua figura è oggetto di omaggi e commemorazioni da parte di diversi gruppi dell’estrema destra italiana ed europea, che ne riconoscono uno dei più tenaci difensori del nazifascismo, tanto da essere stato definito da Hitler stesso un suo “figlio ideale”». Del caso si sono interessati anche i consiglieri regionale Simone Verni (Cinque Stelle) e Giuseppe Villani (Partito democratico). Verni ha chiesto la «immediata rimozione dall’incarico per il segretario comunale Cingolani» in una lettera al ministro dell’Interno Lamorgese, al prefetto di Pavia Paola Mannella e, per conoscenza, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per «offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica e vilipendio delle istituzioni». Villani ha fatto presente la situazione al prefetto di Pavia: «Decisione sollecitata dai miei saldi valori antifascisti, legati alla Costituzione repubblicana che anche un segretario comunale è tenuto a rispettare». —
Umberto De Agostino