Il sindaco Falbo torna ai domiciliari per il caso dei fanghi vietati
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Barbianelo, il gip: «Può commettere reati, pensava a ritorsioni contro chi lo criticava». Nel mirino un’intercettazione telefonica. I suoi legali: «Questo è accanimento»
BARBIANELLO. Da mercoledì mattina il sindaco di Barbianello, Giorgio Falbo, è di nuovo agli arresti domiciliari nella sua casa in paese. Sotto indagine per i fanghi inquinanti della Var di Belgioioso, secondo il tribunale Falbo ora potrebbe commettere di nuovo reati. Nel mirino un’intercettazione telefonica con la figlia. Chiamata in cui Falbo evoca possibili ritorsioni nei confronti della barista del circolo del paese che l’avrebbe criticato in un’intervista al Tg3.
«Il sindaco Giorgio Falbo non ha mutato il proprio modo di gestire il potere, si è fatto organizzatore di un piano di ritorsione nei confronti di chi aveva valutato criticamente il suo operato. La revoca dei domiciliari ha favorito le sue illecite abitudini di considerare il proprio potere come veicolo di perseguimento di finalità personali». Sono alcuni passaggi dell'ordinanza del gip di Pavia Luigi Riganti con cui ieri all'alba è stato rimesso agli arresti domiciliari Falbo.
Arrestato il 2 dicembre, Falbo era stato rimesso in libertà il 13 dicembre con il solo divieto di recarsi a Belgioioso. Falbo è tra i principali accusati nell'inchiesta sull'impianto fanghi Var di Belgioioso. L'azienda avrebbe gettato nei campi prodotti inquinanti, spacciandoli per fertilizzanti. Falbo è sotto accusa sia per rapporti di lavoro (è procuratore speciale della Ellebi di Voghera, società che lavora con la Var) sia come sindaco in quanto avrebbe impedito i controlli sui terreni di Mezzanino A denunciarlo è stato l'agente di polizia locale di Mezzanino e Barbianello.
Ora a rimetterlo nei guai sono delle intercettazioni telefoniche con la figlia. Conversazioni in cui si parla di un'intervista al Tg3 di una barista del circolo del paese. La donna avrebbe criticato Falbo. Il sindaco nelle telefonate, secondo il gip, dice alla figlia di avvisare la barista «che se torno sindaco voglio sapere a che titolo è lì, cos'è una socia? Cosa fa? I circoli non sono a scopo di lucro, diglielo, diglielo eh».
Falbo però respinge le nuove accuse: «Non nascondiamo lo stupore per l’ordinanza notificata a Falbo che sa di anomalo accanimento. Il provvedimento si regge su uno stralcio di telefonata tra Falbo e la figlia nella quale egli si limita a criticare la dichiarazione resa al telegiornale il giorno del suo arresto da una persona che non è sua sottoposta o dipendente del Comune - spiegano gli avvocati Luca Angeleri e Isabella Cerutti -. Falbo non abusa certo della sua qualità di sindaco per ottenere utilità. Si legge poi che l’attenuazione della misura ottenuta il 13 dicembre avrebbe fortificato le illecite abitudini di Falbo. Ma la telefonata risale al 2 dicembre: non è certo successiva alla attenuazione della misura. Sembra si voglia perseguire Falbo più per la sua prepotenza, alla quale si allude nel provvedimento, che comunque non è un reato. Vogliamo poi capire come si concilia la revoca dei domiciliari del 13 dicembre per il caso Var con una telefonata che nulla ha a che fare con altri indagati e con quella vicenda. E ancora è inspiegabile che il 13, ben undici giorni dopo la telefonata oggi incriminata, il Giudice abbia revocato gli arresti oggi ripristinati. Presenteremo ricorso al tribunale del Riesame». —