Vaccino anti-Covid, un pavese su tre ha già fatto la terza dose
Somministrate 160mila iniezioni. Nelle Rsa immunizzati 9.500 tra ospiti e personale. Il virologo Maga: richiamo fondamentale
PAVIA. Un terzo di pavesi ha superato lo scoglio della terza dose anti-Covid. Su una platea di 534.951 persone residenti in provincia, sono 159.508 (29,82%) quelle che hanno scelto di proteggersi con la dose booster dall’alta trasmissibilità del virus, in particolare della variante Omicron, che sta avanzando in tutta Italia. La terza dose di vaccino, intanto, è stata fatta a tappeto nelle case di riposo pavesi, sia agli ospiti che al personale. Ad oggi sono 9.581 le dosi inoculate nelle Rsa; ne mancherebbero poco più di un migliaio per rendere completare il lavoro. E si stanno muovendo pure farmacie e medici di famiglia: le prime hanno vaccinato con la booster 7.992 pavesi, mentre i secondi sono stati chiamati a proteggere i pazienti fragili immunizzandoli a domicilio: il loro contributo, insieme a quello dato da Asst, si è concretizzato in 3.287 dosi somministrate nelle case dei pazienti.
Le prenotazioni non si fermano
La macchina delle terze dosi, dunque, prosegue il suo cammino senza tentennamenti. Gli hub vaccinali del territorio stanno lavorando a pieno regime: ancora ieri in provincia di Pavia sono state garantite 5.066 somministrazioni: in prevalenza terze dosi. In particolare il PalaCampus, gestito dal San Matteo, è in prima linea con una media di 1.646 vaccinazioni; segue il centro Il Ducale di Vigevano, con 1.001 somministrazioni, Voghera con 980, Broni con 261 e Varzi 144. Poi ci sono le cliniche: Maugeri garantisce 615 vaccinazioni medie al giorno e la Clinica Città di Pavia 120. Dal 27 dicembre scorso ha aperto pure il Beato Matteo di Vigevano, pure con 120 dosi quotidiane.
Certamente il dato che più conforta è quello relativo alle case di riposo, dove su poco più di 11mila tra operatori e anziani ospiti di Rsa e Rsd, sono 9.581 quelli che hanno completato la terza dose. Somministrazioni che proseguono per recuperare il più possibile ciò che rimane.
Terza dose per evitare il ricovero
Che la booster sia importante, soprattutto per evitare il ricovero in ospedale e la malattia grave, lo conferma Giovanni Maga, direttore del Cnr di Pavia. Che premette: «Se ci si contagia anche dopo aver fatto la terza dose?È possibile, perchè tutti i vaccini sono basati unicamente sulla proteina Spike. Gli anticorpi prodotti vanno ad attaccarla, ma la proteina Spike nella variante Omicron è molto mutata, presenta differenze rispetto alla proteina adottata nei vaccini». «Quindi la domanda è quanto ci si può contagiare? – prosegue –. Si è visto che persone che hanno fatto due dosi di vaccino, dopo 4 mesi possono avere una protezione al 20%, ma dopo la terza dose risale anche al 75%. Quindi è vero che ci si può contagiare, ma molto meno rispetto a chi ne ha fatte solo due».
Riguardo ai sintomi, il virologo pavese spiega: «Sappiamo che Omicron dà sintomi leggermente diversi rispetto alle altre varianti: molto più simili al raffreddore, ossia naso che cola, tosse, mal di gola. Difficilmente determina la perdita di gusto e olfatto. Per quanto concerne l’intensità dei sintomi, da ciò che si è visto in Sudafrica e Inghilterra, chi si infetta con Omicron ha circa il 40% di probabilità in meno di ricovero in ospedale. Però, dato che questo virus è 3-4 volte più contagioso della Delta, il rischio c’è comunque in presenza di più persone che si contagiano. Dunque la priorità è vaccinarsi, non sottovalutare i rischi e mantenere comportamenti prudenti: prima di tutto utilizzare la mascherina».