Nardelli: «Il mio Fraschini per tutti, in autunno arriveranno le novità»
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Pavia, parla il nuovo direttore del teatro: «Da noi e al cinema Politeama si può assistere agli spettacoli in massima sicurezza»
PAVIA. Un mese e mezzo di lavoro per farsi qualche idea del teatro Fraschini e del suo pubblico. Del momento attuale - complicato - e dei piani per la stagione 2022-23 quando nei teatri italiani di tradizione si auspica di tornare a qualcosa di simile alla normalità, Francesco Nardelli, 49 anni, direttore generale della Fondazione pavese ha le idee chiare: «Per la prossima stagione il mio intendimento è garantire innanzitutto qualità e intercettare pubblici diversi. Mi piacerebbe un viaggio che fosse anche vario: non vorrei perdere nessuno ed essere il più inclusivo possibile, trovando equilibrio. Diversamente rischierei di scontentare alcuni».
Altri propositi?
«Voglio essere molto chiaro su contenuti e proposte: un percorso unico di grande prosa al cui interno tutti potranno ritrovarsi. Non dovrebbero uscire scandalizzati».
Direttore, tocca un tasto che negli ultimi anni ha colpito il pubblico più tradizionale.
«E potrebbe succedere ancora. Un conto è scandalizzarsi per gli eccessi registici, altro per la scarsa qualità. Non rinuncerò a lasciare nel pubblico una traccia di quello che hanno visto».
Può anticipare qualcosa?
«Qualche novità riguarderà soprattutto la musica. L'idea è riproporre la musica sinfonica in un periodo un po' diverso, magari in forma di concentrazione non dico di festival perché sarebbe inappropriato, ma in un arco temporale circoscritto, una sorta di antipasto di tutta la stagione».
Dobbiamo aspettarci un autunno musicale?
«L'ipotesi è questa».
Facciamo una parentesi sull'attualità. Il Fraschini si appresta ad accogliere un musical di successo come "A Christmas Carol". Il pubblico può stare tranquillo?
«Cinema e teatri, quindi al Politeama e al Fraschini c'è una grandissima attenzione e il pieno rispetto delle norme. Venire in sala non comporta un aggravio di rischio, non più di quello che c'è su un percorso ferroviario di media distanza. È vero che sui treni c'è una riduzione di viaggiatori, ma non mi risulta lo sia in modo significativo».
Quali sono le garanzie per gli spettatori?
«Sulla scorta del Cts, il governo ha introdotto due livelli di protezione. Il primo è l'abbassamento del rischio derivante dalle vaccinazioni, senza le quali non si assiste agli spettacoli. Il secondo è stata l'introduzione della protezione individuale, la mascherina ffp2 che non solo tutela i terzi, ma anche chi le indossa. Con questi interventi, il rischio da noi è davvero molto basso. Molto più basso di altri posti pubblici».
Tipo i ristoranti?
«Tipo i ristoranti. Ma anche in certe multisala sono state fatte scelte che non abbiamo condiviso».
Esempio?
«Tipo somministrare cibo e bevande».
Certo, abbassare le mascherine per mangiare i pop corn è un po' come andare al ristorante. Ma come intendete informare il pubblico?
«Manderemo a tutti informazioni precise per lo spettacolo di Capodanno. Vogliamo garantire gli spettatori che chi entra sano esce sano e magari arricchito».
In generale avete fatto i conti con un calo delle presenze. Si parla di un -25% e anche oltre.
«Questi dati sono raffrontati al 2019, l'ultima stagione nella quale si era in piena libertà di movimento. Se ci confrontiamo con il 2020 non posso parlare di drastico calo».
Al cinema Politeama si notano presenze un po' altalenanti.
«Abbiamo riaperto il Politeama i primi di ottobre con oggettivo successo di pubblico. Poi, in prossimità delle feste, c'è stata una diminuzione. Da Natale sembra, sono i primi dati, che la gente torni al cinema».
Dipenderà anche dalla programmazione?
«Certamente. House of Gucci, da dopo Natale, sta andando particolarmente bene».
Diabolik un po' meno. Sembra un po' distante dal pubblico più giovane.
«Confesso che mi sarei aspettato di più».
Torniamo al Fraschini. Siamo in piena campagna abbonamenti. Non tutti i teatri hanno fatto questa scelta. Perché?
«In effetti abbiamo lanciato il cuore oltre l'ostacolo, riaffermando una normalità possibile. Vogliamo dire al pubblico: ci prendiamo cura di tutto e garantiamo la stagione. Sapevamo che la risposta sarebbe stata modesta, ma per me questo segnale era ed è importante. Anche e soprattutto in previsione di un'auspicata vera normalità che mi aspetto da ottobre 2022, quando la stagione ricomincerà con i ritmi del 2019».
Quanto c'è di suo nella programmazione gennaio-aprile?
«Direi molto poco. Oggettivamente ritengo che fosse più che doveroso confermare gli impegni dalla mia predecessora. È importante aver dato un senso di continuità. Ho fatto interventi sulla collocazione temporale di alcuni titoli».
Tra queste proposte c'è uno spettacolo che suggerirebbe a un caro amico?
«Secondo me c'è una buona varietà: c'è la tradizione e uno sguardo al mondo della formazione più contemporanea».
Ci dice un titolo?
«Io non mi perderò i Miracoli metropolitani, ma andrò anche a vedere Il delitto via dell'Orsina, uno spettacolo che avevo programmato anche a Trento così come Orgoglio e pregiudizio, anche perché ho una particolare stima del regista».
Direttore, quali saranno le sue scelte? Ci stupirà?
«Non lo so, ma ci proverò. In questo solco non voglio disattendere la fiducia. Se dovessi individuare proposte che potrebbe suscitare financo scandalo beh le spiegherò, lo dirò prima. E spiegherò perché uno spettacolo va visto».
Curiosità: costa sta leggendo?
«Più di un libro, in effetti. Adesso mi accingo a leggere Basta così, le poesie di Wislawa Szymborska. Non sono un fanatico di poesie, ma questo libro mi ha clamorosamente colpito e incuriosito. Prima ho letto anche di fisica con Rovelli che ci parla del tempo e la storia di Federico il grande di Barbero. Naturalmente accompagnandoli da letture su tecniche addestrative del cavallo».
Ah, questo ci mancava: appassionato?
«Ebbene sì, amo andare a cavallo. Una passione matura, condivisa con mia moglie e ora anche con mia figlia. Un modo anche per stare in famiglia».