Di Bella da un anno al timone della Scotti: «La mia vita cambiata il lavoro sta pagando»
L’ex play azzurro alla seconda stagione da coach di Pavia: «Calzavara un talento, nessuno come Donadoni»
PAVIA. Un anno fa, Fabio Di Bella stava guidando il suo secondo allenamento da capo allenatore della Riso Scotti Pavia. Da allora l’ex play della nazionale ha fatto parecchia strada, con una rimonta la stagione scorsa conclusa al sesto posto in regular season solo per differenza canestri e in questa portando la squadra all’attuale quarto posto.
«In dodici mesi la mia vita è cambiata – spiega Di Bella – all’antivigilia di Natale del 2020 ho ricevuto la telefonata di Fabio Monastero che mi chiedeva di andare in ufficio da lui. Da quel giorno è cambiato il mio modo di vivere il basket».
Prima parte dell’anno da allenatore subentrante (a Max Baldiraghi), seconda da coach titolare. «E’ rimasta uguale l’incognita – afferma Di Bella – così come era nuovo per me subentrare a un amico come Baldiraghi e vestire una maglia nuova in una situazione difficile di classifica e di ambiente per la pandemia, così è stata una cosa nuova partire da zero quest’anno. Quando subentrai c’era la motivazione di fare meglio, a settembre quella di iniziare forte. E’ andata bene in entrambi i casi, sia per come abbiamo finito la stagione scorsa sia per come stiamo affrontando questa. Sono contento del lavoro che ho fatto e di quello che sono riuscito a trasmettere».
Di questo 2021-22, a Di Bella non sono andate giù le partite con Legnano ed Alba: «Avrei voluto essere il più chiaro possibile nel minor tempo nella sfida con Alba persa al supplementare. Ci stava perdere, ma avrei voluto essere più diretto per non generare interpretazioni nei giocatori. L’altra è la sconfitta con Legnano: in un finale punto a punto forse mi è mancata un po' d’esperienza. In queste due partite gli aspetti positivi sono comunque superiori a quelli negativi. Le due partite che mi hanno dato maggiore soddisfazione sono state la prima in casa con Varese e quella a Livorno. Con Varese ci siamo trovati a un giorno dall’esordio in campionato senza Corral. I miei giocatori hanno reagito e vinto di carattere. Con Livorno c’è stata una grande prova di forza, stringersi insieme e imporsi in un match difficile, dopo che era appena stato messo fuori rosa Simoncelli».
Di Bella sta “allevando” il ventenne Calzavara e costruendo la “strana coppia” tra il giovane play e Donadoni: «Andrea deve diventare un giocatore vero e per farlo deve giocare e vincere. Non servono minuti fini a sé stessi, ma da vincente. E’ uno dei miei obiettivi. E’ un play giovane che in molti ci invidiano. Donadoni è il cuore della squadra. L’ho voluto fortemente e gli voglio un bene dell’anima. La capacità di trascinare, di non essere al centro dell’attenzione ma di rendersi comunque protagonista è la sua forza. Non ci sono giocatori in questo campionato che possono eguagliarlo dal punto di vista umano e di aggressività mentale. Ha ancora notevoli margini di miglioramento». —