Spogliano e devastano l’alloggio prima dello sfratto: a processo
GAMBOLO’. Aveva comprato un appartamento in via Molino della Roggia a Gambolò, contraendo un mutuo. Poi una volta che si era trasferita, l’aveva dato in affitto: ma oltre a non ricevere per mesi l’affitto si è vista sottrarre anche mobili e suppellettili che erano dentro l’alloggio. Per questo i due inquilini sono finita a processo con l’accusa di appropriazione indebita. Si tratta di Luigina Braidic, 52enne originaria di Roma, e Grancia Parpanesi, 55enne originario di Portogruaro. Una vicenda accaduta nel 2019.
La vicenda
Il caso è finito di fronte al giudice monocratico Vincenzo Giordano. L’altro giorno in aula ha deposto, come testimone, la parte offesa. Si tratta di un’avvocata civilista originaria di Milano. «Per un periodo mi ero trasferita nella zona di Vigevano ed avevo trovato una casa da acquistare in un complesso di via Molino della Roggia, a Gambolò, l’ho acquistata contraendo un mutuo - ha spiegato la donna -. Poi sono tornata a Milano, ma avevo ancora il mutuo in corso. Così ho deciso di mettere in affitto quella casa, anche per ripagare le rate del mutuo».
Un impegno economico di diverse centinaia di euro al mese che la donna pensava di poter “coprire” con l’affitto.
Gli inquilini
«Ma dopo pochi mesi la situazione ha iniziato ad andare male - ha spiegato la donna davanti al giudice -. Non sono più state pagate le rate dell’affitto». Una situazione che, come emerso in tribunale, è durata ancora a lungo. Fino a quando la donna non è riuscita ad ottenere lo sfratto.
«Tra l’altro il contratto era per un solo occupante, ho scoperto successivamente che c’erano dentro due persone: mi hanno creato problemi anche con il resto del condominio per diverse violazioni del regolamento interno - ha aggiunto in aula la donna -. Quando se ne sono andati, mi hanno lasciato le chiavi sul davanzale di una finestra, all’interno l’appartamento era disastrato e mancavano anche dei mobili».
I due ex inquilini dell’appartamento di Gambolò sono difesi dagli avvocati Giuseppe e Giulio Colli di Mortara. Il processo è stato aggiornato al prossimo 7 maggio, quando potrebbe esserci la sentenza. —