“Io ricordo tutto” è il nuovo romanzo di Piccioni: «Anch’io voglio recuperare la mia memoria»
PAVIA. «A dieci anni dall’incidente che mi ha cancellato la memoria, ancora non ricordo nulla. E sono come quelli a cui è stata amputata una gamba: di notte sognano che ricresca». Quasi per esorcizzare una maledizione, Pierdante Piccioni, medico e scrittore (famoso per aver ispirato la serie tv Doc con Luca Argentero), ha intitolato il suo nuovo libro - un giallo - Mi ricordo tutto (Marietti1820, in libreria da oggi).
E’ il sesto romanzo, scritto a quattro mani con il giornalista Pierangelo Sapegno. «Ormai siamo come una coppia in unione civile – scherza Piccioni – Uso sempre questa metafora: io disegno e lui dipinge. Due pianisti che suonano sulla stessa tastiera, due mani sulle ottave basse, due mani su quelle alte».
Troppi ricordi fanno male?
Protagonista, questa volta, è il neuroscienziato Ernesto Ferrari, professore di successo impegnato nella ricerca contro le malattie neurodegenerative e affetto da ipermnesia. Ovvero ricorda tutto. Piccioni avverte: «Questa storia, però, con Doc non c’entra nulla. E’ quasi il suo rovescio». Tuttavia ammette che non gli dispiacerebbe avesse come Doc un sequel e, perché no, che diventasse una serie tv.
«Sfrutto la potenza della scrittura: mi sono inventato un personaggio che è il mio opposto – spiega Piccioni – In questo libro c’è la rappresentazione dei miei fantasmi. In Doc Andrea Fanti rappresenta quello che sono, uno smemorato. Ernesto Ferrari è quello che vorrei essere».
Storie vere e casi clinici
Ma sarà davvero utile ricordate tutto? «E’ una domanda intrigante – dice l’autore – Ferrari è tormentato per la morte di Attilia, la donna amata, e troppi ricordi rischiano di farlo impazzire. Così accetta un nuovo incarico a Villa Paradiso, una clinica di lusso per malati di Alzheimer, dove si ritroverà a condurre un’indagine insieme alla polizia, tra scomparse misteriose e pericolosi segreti».
Io ricordo tutto è un giallo e ne ha tutti gli ingredienti, ma è anche l’occasione per riflettere su alcuni temi attuali e dirompenti, come la demenza e le malattie neurodegenerative che intaccano la memoria.
«Nel libro racconto casi clinici che ho davvero studiato – dice Piccioni – E sono realmente in corso esperimenti futuristici sui topi per arrivare a capire meglio il funzionamento del cervello. Che la demenza sia un’infiammazione ormai è abbastanza chiaro. Mancano ancora alcuni tasselli. Intanto continuiamo a parlare di medicina personalizzata ed Ernesto Ferrari, scienziato freddo e asettico, capisce che invece le persone sono umane, provano sentimenti. La demenza è per questo un po’ la morte dell’anima. Tuttavia siamo sicuri che sia giusto restituire i ricordi a chi li ha persi? E’ un dilemma».
La chitarra di Mazzini
Piccioni ama definirsi un raccogli-storie. Ha ormai antenne allenate per captarle e le intercetta dai suoi pazienti. «Mi piacerebbe diventare anche un cantastorie» azzarda. Un primo passo l’ha in verità già fatto. Il 17 marzo, all’Auditorium di Chiavari, andrà in scena come voce narrante e attore nei panni di Giacomo, affettuosamente chiamato Pippo, papà di Giuseppe Mazzini. «Mi accompagnerà Marco Battaglia, artista e musicologo, che suonerà una chitarra dell’Ottocento appartenuta proprio a Mazzini – anticipa Pierdante Piccioni – . Non tutti sanno che il patriota risorgimentale fu anche un fine chitarrista e con la musica si è mantenuto durante l’esilio a Londra. Alla sua famiglia, originaria di Chiavari, chiedeva di poter ricevere dall’Italia spartiti, corde, cataloghi». Insieme a Piccioni e Battaglia si esibirà anche Manuela Boni, soprano.
«Sarà la mia prima prova da attore teatrale» dice con entusiamo, anche se in ogni serie di Doc, nelle tue mani non manca di ritagliarsi un cameo, alla Hitchock. —
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L’AUTORE
Pierdante Piccioni, pavese, prima dell'incidente stradale che gli ha cancellato dodici anni di memoria (e di vita), era direttore dell'Unità operativa di pronto soccorso dell'ospedale di Lodi, faceva parte dell'Academy of Emergency Medicine and Care, consulente del ministero della Salute. Da febbraio 2015 a settembre 2016 è stato primario del pronto soccorso dell'ospedale di Codogno. E co-sceneggiatore di Doc, nelle tue mani”, serie tv di successo giunta alla quarta stagione. Con Pierangelo Sapegno, ha pubblicato per Mondadori “Meno dodici” e “Colpevole di amnesia”. —